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Premio Strega: trionfa l'autrice scomparsa Ada d'Adamo, seconda la reggina Rossella Postorino

L'autrice ha saputo della candidatura allo Strega l’ultimo giorno della sua vita. A ritirare il Premio il marito Alfredo Favi e Loretta Santini , editrice della Elliot ha ringraziato tutti quelli che hanno creduto in "Come D'Aria", rifiutato da molti editori.

Ada D’Adamo, la scrittrice morta a soli 55 anni, appena dopo l’annuncio della dodicina del Premio Strega, col memoir in cui ha raccontato la sua malattia, «Come d’aria» (Elliot), ha vinto, con 185 voti, il 77. Premio Strega, ritirato dal marito Alfredo Favi. Seconda, con 170 voti, Rosella Postorino, la scrittrice reggina (già vincitrice del Premio Campiello nel 2018), con «Mi limitavo ad amare te» (Feltrinelli).

È stata comunque una competizione storica, non solo per la vittoria di un piccolo editore, ma perché speriamo segni un nuovo corso che dia conto del peso crescente che le scrittrici hanno nel mondo letterario italiano. E che si ristabilisca anche un equilibrio nelle vittorie: come ha ricordato in apertura di serata Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Bellonci e segretario del comitato direttivo del premio Strega, nelle 76 edizioni del Premio ci sono state solo 11 donne vincitrici.

Alla volata finale della 77. edizione del premio più importante d’Italia, in diretta tv ieri sera dal cortile del Museo Etrusco di Villa Giulia, a Roma – in una cinquina anche quella storica, con ben quattro donne («una disparità di genere a cui consiglierei di non abituarsi», ha detto con la sua solita ironia l’esplosiva conduttrice della serata, Geppi Cucciari) – erano arrivate entrambe come favorite: una spanna avanti (e già da mesi con rumors sulla sua possibile vittoria, con un romanzo che si annunciava ancora più potente de «Le assaggiatrici», premio Campiello 2018) la reggina Rosella Postorino, la più votata della cinquina con 217 voti, con il bellissimo «Mi limitavo ad amare te» (Feltrinelli), e Ada D’Adamo, danzatrice e saggista, morta il 1 aprile scorso, esattamente due giorni dopo essere entrata nella dodicina del Premio, al secondo posto con 199 voti, con il notevole memoir «Come d’aria» (Elliot), che ha vinto anche il Premio Strega Giovani.

La lunga giornata della finalissima era cominciata con la notizia dell’assegnazione alla D’Adamo, al giardino di Monk di Roma, del voto collettivo di Strega Off (formato dal voto del pubblico presente assieme a quello di riviste selezionate) che è uno dei voti collettivi che concorrono a eleggere il vincitore.

Una affermazione in linea con il consenso che ha crescentemente avuto presso i lettori il libro, intensissimo, in cui D’Adamo ricostruisce la drammatica storia della scoperta della sua malattia (quella che l’avrebbe uccisa), in un dialogo con la figlia Daria, gravemente disabile. Un dialogo tra corpi sofferenti, venato di dolore, ma con una grande tensione vitale e amorosa. Una storia vera e personale, di emozionante sincerità. Ha raccontato la D’Adamo nella clip della serata finale la scrittrice Annalena Benini, nuova direttrice del Salone del libro di Torino. Così come ne ha parlato la scrittrice Elena Stancanelli, che ha proposto il libro allo Strega.
Ma non meno drammatica ed emozionante – e premiatissima in questi mesi dai lettori, come si è visto anche alle presentazioni svolte a Reggio, città natale della scrittrice, e a Messina – è la vicenda raccontata da Rosella Postorino in «Mi limitavo ad amare te»: quella di un gruppo di ragazzini in fuga da Sarajevo durante la guerra bosniaca e accolti in Italia, in salvo ma separati, forse per sempre, dalla patria, dal corpo materno della patria, così come dalle madri. Una storia di strappi e separazioni, di salvezza “orizzontale”, di bambini che si salvano da soli, aggrappandosi gli uni agli altri. Una storia, soprattutto, che riassume la condizione umana: siamo tutti espatriati, gettati nel mondo, separati dal corpo materno, orfani di Dio, e l’unica cosa che possiamo fare per salvarci, in qualche modo, è sostenerci tra noi.
Gli altri finalisti – presiedeva il seggio il vincitore dello scorso anno Mario Desiati, hanno votato in 561 su 660 aventi diritto – erano Andrea Canobbio con «La traversata notturna» (La nave di Teseo), che ha avuto 75 voti, Maria Grazia Calandrone con «Dove non mi hai portata» (Einaudi), 72 voti, e Romana Petri con «Rubare la notte» (Mondadori), 59 voti.

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