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Se il Male arriva da un «pulpito insospettabile»: I nuovi incubi del “re del brivido”

In contemporanea mondiale, oggi torna in libreria Stephen King con “Holly”, pubblicato in Italia da Sperling&Kupfer. Il re del brivido, il 75enne autore da 500 milioni di copie vendute, l’uomo che ha dato forma e parola agli incubi di più generazioni di lettori, si cimenta con un libro a tinte horror in cui il male non ha tratti metafisici ma è il parto di due menti diaboliche. Emily e Rodney Harris sono una coppia di professori universitari, docenti anziani in pensione che vivono in una casa vittoriana con tanto di portico e vialetto immacolato. Insospettabili ma capaci di orchestrare un piano per ingannare, drogare e rapire giovani vittime, rinchiudendoli nella propria cantina insonorizzata e infine, ucciderli.

Se il male che arriva dallo spazio o dall’oltretomba ci atterrisce e ci lascia sgomenti, l’oscurità che trasuda in “Holly” è ancora più cupa poiché sembra tracimare dalle pagine di cronaca nera. Emily e Rodney non sono adepti del Diavolo ma si sono convinti che la «carne è vita» e lì dove abbondano il grasso e lo spirito vitale, la diabolica e insospettabile coppia è decisa a nutrirsene in modo ingordo, certi di poter sconfiggere la sciatica e il persino l’Alzheimer con un «gustoso assaggio di gioventù». Colti e gourmet, ironici e razzisti, King entra nell’intimità di una coppia wasp che sceglie con cura le proprie vittime, individuando soggetti giovani e lontano da casa, meglio ancora se in rotta di collisione con le famiglie. Persone che una volta scomparse vengono fagocitate dall’oblio e di cui, presto, nessuno si ricorderà più. Il traduttore – l’americanista Luca Briasco, recentemente intervistato da questo giornale – lo aveva definito «un romanzo a tinte horror nella misura in cui il male arriva da un pulpito insospettabile» e inoltre, in queste pagine, giunge la celebrazione di Holly Gibney, la detective ipocondriaca che si ritrova invischiata nella caccia agli adolescenti scomparsi.

Holly – apparsa per la prima volta in «Mr. Mercedes», tornando in «The Outsider» e nel racconto lungo di «Se scorre il sangue» (tutti editi da Sperling&Kupfer) – è goffa, parla da sola e rimugina continuamente ma proprio le sue umane debolezze la accostano al cuore del lettore, bilanciando l’oscurità della storia. E ancor più importante, con Holly, King celebra ancora una volta l’America degli ammaccati di «It» e «Ricordo di un’estate» anziché quella dei vincenti arroganti; del resto, anche Holly da piccola veniva bullizzata e chiamata “Farfuglia”.

Nelle note finali il romanziere racconta che ha scelto di piantare i piedi nel proprio tempo, portando in pagina l’America post-Trump e piagata dal Covid-19. E così, se la madre di Holly è morta per le complicanze del virus (e per aver rifiutato il vaccino), i personaggi in pagina indossano la mascherina e si sanificano le mani, tuttavia, King non zittisce i negazionisti, dando voce anche a personaggi che parlano di uno stupido complotto antidemocratico per soggiogare il popolo, portando in pagina anche il vergognoso assalto al Campidoglio del gennaio 2021. Con la consueta maestria, King dipana i ragionamenti malati di Rodney, spiegando la sua follia lotta contro l’invecchiamento dei corpi, spinta all’estreme conseguenze e con una narrazione a piani temporali alternati, seguiamo Holly muoversi in solitaria alle prese con un susseguirsi di piste; ma al contempo, dovrà trovare la forza per voltare pagina, riuscendo finalmente a perdonarsi. E dovrà farlo nonostante tutto il male incontrato lungo la propria strada.

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