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Siracusa, a Maria Grazia Calandrone il premio “Elio Vittorini” per un libro autobiografico

“Dove non mi hai portata”, edito da Einaudi. La serata siracusana si è conclusa con il “processo” allo scrittore siciliano

Maria Grazia Calandrone con "Dove non mi hai portata" (Einaudi) è la vincitrice della XXII edizione del premio letterario “Elio Vittorini”. La finalista al premio Strega ha prevalso su Giuseppe Lupo con "Tabacco clan" (Marsilio) e Matteo Nucci con "Sono difficili le cose belle" (HarperCollins). Un libro autobiografico per la poetessa e scrittrice che non ha mai conosciuto la madre, Lucia, essendo quella bambina che il 24 giugno 1965 fu abbandonata a otto mesi dietro i cancelli di Villa Borghese a Piazzale Flaminio. E nella motivazione della giuria, presieduta dal prof. Antonio Di Grado, si evidenzia proprio la dolcezza con cui l’autrice parla del proprio vissuto: «Abbandonata a otto mesi su un prato di Villa Borghese, cinquant’anni dopo Maria Grazia Calandrone va alla ricerca dei suoi genitori biologici, morti suicidi nel Tevere, compiendo uno straordinario e commovente viaggio dentro di sé e dentro la storia di quegli anni, gli anni sessanta, facendo emergere problematiche quanto mai attuali: la questione femminile, infatti, affiora in ogni pagina, ma non è mai esposta sopra le righe. Tenendo sempre a bada l’autobiografismo, con la finezza e l’eleganza del suo essere poeta, Calandrone ci narra la sua dolente e insieme coinvolgente indagine e ci offre toccanti pagine di bella scrittura».
Menzione speciale per la scrittrice siracusana Veronica Tomassini (assente ieri sera per precedenti impegni) per il suo "L'Inganno" (La nave di Teseo).
Nella serata di ieri, alla presenza di Alessandro Quasimodo, assegnato anche il Premio per l’editoria indipendente “Arnaldo Lombardi” alla casa editrice Le Fate di Ragusa “per la qualità e la cura delle sue produzioni editoriali che “hanno la Sicilia nel cuore”, spaziando dalla poesia alla narrativa, dall’arte alla musica, dalla storia alla letteratura per l’infanzia, e pensando al libro da tener caro anche come oggetto prezioso”. A fare gli onori di casa il presidente dell’Associazione culturale Vittorini-Quasimodo, Enzo Papa, e il segretario del Premio Aldo Mantineo.
Oltre agli scrittori, un riconoscimento è andato a Frank Samaraweera, ingegnere dello Sri Lanka, siracusano da trent'anni, impegnato in un'attività di sensibilizzazione sui rifiuti abbandonati.
Ieri pomeriggio Maria Grazia Calandrone si è recata nella casa di Elio Vittorini in via Vittorio Veneto.
La cerimonia di premiazione è stata solo l’epilogo di una lunga Settimana Vittoriniana: prima un talk sullo scrittore siracusano e sul ruolo dell’intellettuale. Poi il processo su “Vittorini tra fascismo e resistenza”: Elio Vittorini è stato assolto dall'accusa di essere fascista. A pronunciare la sentenza il Tribunale rappresentato dall'avvocato Pucci Piccione, che ha tra l'altro osservato come «l'adesione al fascismo dello scrittore siracusano, avvenuta in età giovanile, deve ritenersi caratterizzata da un forte senso di ribellione e motivata da sentimenti verso una migliore giustizia sociale, verso l'eliminazione del latifondo e pertanto riteneva che fosse una rivoluzione antiborghese e libertaria». La giuria popolare é stata guidata da Anselmo Madeddu. La tesi difensiva sostenuta dalla professoressa Domenica Perrone che ha "duellato" con l'accusa sostenuta dal professore Edoardo Esposito. Nella sentenza è stata posta una "disposizione accessoria" auspicando "che il romanzo "Conversazione in Sicilia" diventi per gli studenti di Siracusa in particolare, strumento di conoscenza della figura di Elio Vittorini. Una sollecitazione raccolta dall'assessore alla Cultura, Fabio Granata: «Sarà nostra cura intervenire sulla biblioteca centrale e sulle 4 di quartiere affinché incentivino la lettura delle opere di Vittorini”.

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