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Rosa Balistreri oltre i confini al Salina Doc Fest

Spettacolo a due voci e mille suggestioni, tra la cantante catanese Etta Scollo e il “cuntista” ericino Gaspare Balsamo

Un omaggio alla cantastorie siciliana per eccellenza nella penultima giornata del diciassettesimo Salina Doc Fest, fondato e diretto dalla regista Giovanna Taviani e dedicato quest’anno al tema “Donna Oltre Confini”. La licatese Rosa Balistreri verrà ricordata questa sera, nella Piazza di Santa Marina Salina,con la proiezione del documentario «Rosa. Il canto delle Sirene», debutto alla regia di Isabella Ragonese. L’attrice palermitana riceverà durante la serata il Premio Omi-Fer Srl, cui seguirà lo spettacolo «Terra ca nun senti», di e con la cantante catanese Etta Scollo, affiancata dal cuntista trapanese Gaspare Balsamo, già protagonista della preview del festival con il suo spettacolo «Omu a mari», dall’ «Horcynus Orca» di Stefano D’Arrigo.
Un omaggio ad una delle prime donne “oltre tutti i confini” siciliane, come sottolinea Etta Scollo, che alternerà l’esecuzione per voce e chitarra di alcuni brani – tra cui «Terra ca nun senti», «Lu muccaturi», «A curuna», «Quannu moru» e «Cu ti lu dissi” – a speciali letture di Balsamo, col focus sul rapporto fra la Balistreri e il poeta bagherese Ignazio Buttitta, col quale l’artista instaurò un sodalizio intenso (tra i capolavori «I Pirati a Palermu» e «La Ballata del Prefetto Mori», quest’ultima con musica di Ennio Morricone).

«Giovanna – racconta la Scollo – mi chiese di poter utilizzare per il suo film “Cùntami”, dove c’era anche Gaspare, una mia versione di “Quannu moru”. Assieme abbiamo realizzato un concerto al festival per la presentazione del film nel 2021, e da lì è nata l’idea di fare qualcosa nell’ambito della rassegna. Coerentemente col tema di quest’anno Giovanna ha voluto riprendere il discorso su Rosa, con questo omaggio che sarà divertente ma in qualche modo anche triste, poiché riflette la storia dell’artista dal punto di vista musicale e recitativo. Una donna analfabeta ma con un grande desiderio di conoscenza».

Interessante, infatti, la storia di Rosa, che pare abbia iniziato a cantare la tradizione siciliana piuttosto tardi, nel periodo in cui, a Firenze, introdotta dal pittore Manfredi Lombardi, entrò a far parte di un gruppo di intellettuali fiorentini e siciliani, tra cui Buttitta e Ciccio Busacca, già collaboratori di Dario Fo. Fondamentali gli incontri dell’artista con «A curuna» e i «Canti della terra e del mare» di Alberto Favara, insegnatigli da Giuseppe Ganduscio, Paolo Emilio Carapezza, Pasquale Marchese e dagli stessi Buttitta e Busacca.
«Da questi scritti antichi riusciva a capire vocalità, modalità esecutiva e sentimento dei contadini del Settecento e dell’Ottocento protagonisti dei brani – racconta Scollo – . Questa era la genialità di Rosa, che non sempre le è stata riconosciuta, oltre al pregio di ispirare artisti che oggi continuano la tradizione del cantu novu».

«Nello spettacolo giocherò in maniera ironica a fare Buttitta, con la sua voce di pietra, tipica delle persone forti del popolo – anticipa Balsamo – . Ci concentreremo su questo rapporto perché, creando lo spettacolo in questi giorni a Salina, l’elemento che ci sta più entusiasmando è il rapporto fra loro due. Stiamo realizzando una drammaturgia a specchi, fra Rosa Balistreri e Ignazio Buttitta ed Etta e me».

Un gioco di rimandi per mostrare un altro lato della Balistreri, ossia la capacità di affrontare temi importanti con ironia, e dare spazio a chi nell’immaginario collettivo è il suo autore e, con lei, la voce popolare più importante dagli anni 50 ai 70. «Un rapporto basato su un amore al terzo grado, come quello descritto da Platone nel “Simposio” – aggiunge Balsamo, che fa riferimento al suo ultimo, applauditissimo spettacolo tratto appunto dal dialogo platonico – . Dai testi di Ignazio e la voce di Rosa nacque un connubio artistico eccezionale, capace di rappresentare le tante sfaccettature della Sicilia che vanno riscoperte». Introdurrà lo spettacolo il critico musicale John Vignola.

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