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Quanti esordi letterari nel 2025!

I libri sanno sempre quando arrivare nella vita di chi legge o di chi scrive. E chiamano, interrogano, sanno quando nella vita di chi si accinge a mettere al mondo la sua creatura di carta qualcosa deve cambiare o è già cambiata. «Exordiri» è il verbo latino per indicare l’inizio di una tessitura, di un ordito su cui sistemare una trama: idee che diventano racconti, racconti che crescono e si fanno trame e progetti di romanzi, e una volta riletti, riveduti, riscritti, nascono e così esordiscono consegnandosi a chi li leggerà. E di esordi letterari, questo 2025 (un anno, secondo la numerologia, pieno di obiettivi da raggiungere), è veramente ricco, circa 70, numero importante che conferma l’interesse e l’attenzione di case editrici, librerie, premi letterari, social e critica verso voci e immaginari nuovi.
Sono esordienti giovani e meno giovani, giornalisti, professionisti, imprenditori, docenti, politici; la presenza più numerosa è quella femminile e le regioni più presenti sono la Campania e la Sicilia ma è tutta l’Italia con le sue province che esprime, tra romanzi storici, memoir, cronaca intimistica e fantasia, l’urgenza di raccontare. I temi trattati ci dicono del nostro tempo, la famiglia, la sessualità, la ricerca della propria identità, l’emancipazione femminile, la necessità di parlare del passato, il modello di coppia e, ancora, la relazione con l’altro, la conoscenza del corpo, costante correlativo oggettivo delle storie, portando alla superficie traumi e fantasmi, smarrimenti e inadeguatezze, solitudini e infelicità private e collettive.
Ha sempre amato viaggiare nelle geografie dell’umano col suo lavoro di giornalista culturale della Gazzetta del Sud e di blogger che nelle sue note narrative mentre osserva i fatti si muove tra realtà e visioni, Anna Mallamo, “strettese” di Reggio che vive a Messina, che per il suo primo romanzo, Col buio me la vedo io, nei Supercoralli Einaudi (in libreria in primavera), ambientato negli anni ’80 a Reggio Calabria, sceglie una materia fragile tra buio e squarci di luce, «con molto Stretto, molta famiglia, molte emozioni»: una diciassettenne rapisce e tiene nella cantina della nonna un compagno di scuola, figlio di un boss della ’ndrangheta, una storia atipica che si è imposta di nascere e che la scrittura ricca e sensitiva dell’autrice, «che il buio è andata proprio a cercarselo», la sua parola-tensione trasforma in un’avventura labirintica. Altri tre gli esordi in casa Einaudi: debutto narrativo per Marina Pieri, salentina, narratologa, già direttrice artistica di FeST, il Festival delle serie Tv di Milano, con Gotico salentino, una storia sulla ricerca di sé che passa attraverso un’esperienza insolita: quella di Filomena, “medium di provincia” col dono di evocare fantasmi. E ancora il Salento come ambientazione per Clementina di Giuliana Salvi, con un bel personaggio femminile ispirato alla bisnonna dell’autrice, coraggiosa femminista in una Lecce remota da tutto del primo Novecento. Si cambiano luogo e paesaggio con l’aostano Simone Torino: il suo Macaco (vincitore della 37. edizione del Premio Calvino), ambientato in Val d’Aosta, è il nome del personaggio, operaio agricolo per scelta, che nella quotidianità di un piccolo centro conduce una vita semplice ed essenziale.
C’è un esordio con l’editrice calabrese Rubbettino per Bianca Fenizia, traduttrice campana che scrive di cinema e letteratura (organizza il Matera Film Festival), e chiacchiera nei podcast: è un inno all’estate, tra memoria e infanzia, tra sogno e nostalgia, Padroni del mare, in cui l’avventura dell’estate in Calabria, a Jonia, con i suoi giorni sontuosi, ha il respiro delle cose infinite, grandiose. È invece ambientata nella Napoli del dopoguerra, la prima città a liberarsi dai nazifascisti, La Grande Sete di Erica Cassano (Garzanti), nata a Maratea: e c’è la sonorità di Napoli in questa storia in cui alla “grande sete” della città povera d’acqua fa da contrasto un piccolo “miracolo”, l’acqua che scorre nella casa di Anna, la cui “sete” di sapere e di libertà fluisce come l’acqua.
Ritorniamo in Sicilia con Sellerio per cui esordisce Leonardo San Pietro che usa la scrittura per dare voce alle inquietudini e alle insicurezze di una generazione con Festa con Casuario: la ventenne Isa, a Torino, organizza una festa nel giardino della sua villa, ma nell’esaltazione generale irrompe assieme a un regalo anonimo un inquietante biglietto: se entro l’una di notte nessun invitato avrà il coraggio di toccare il casuario dei vicini, Ezio, il ragazzo che piace a Isa, e non è ancora arrivato, morirà. È nata a La Spezia Antonella Giuffrè ma vive in una cittadina ai piedi dell’Etna, dove si occupa di impresa nel settore ristorativo: il suo esordio con La seminatrice di coraggio per le edizioni Tre60 ci conduce nella Sicilia del 1914 con una storia di emancipazione femminile e il personaggio di Maria Roccaforte, maestra ragusana che sfida la diffidenza comune decidendo di aprire una scuola in un piccolo centro dell’entroterra.
Ambientato tra la Sicilia delle grandi tenute con i suoi esuberanti giardini e la periferia di Mestre, Tu vivi di Giada Messina per Guanda è una storia familiare in cui ci si deve confrontare con i propri fantasmi: Dalia vive col padre Felice e la sua nuova famiglia (la madre è morta per eroina) ma l’esigenza del padre di assicurare alla bambina una vita serena e il desiderio di Franca di salvare la propria libertà mettono alla prova sentimenti e relazioni.
Due esordi di autrici siciliane per Feltrinelli: Rosita Manuguerra firma Malanima, storia di formazione ambientata in una piccola isola dove vivono due ragazze attraverso le quali si racconta la fatica di emanciparsi delle madri. Ed è un “giallo” La regola dell’ortica, di Nunzia Scalzo, grafologa forense e giornalista. Ambientato nella Catania degli anni ’70, dà inizio alla serie “La grafologa”. Ancora Sicilia per l’ambientazione a Palermo col palermitano Martino Giordano, che con Solferino pubblica Variazioni sul tema: la sessualità e la ricerca della propria identità, attraverso le vite di Lidia, violoncellista al Conservatorio di Palermo, fidanzata con la pianista Dalila, e Leo, giovane gay problematico, cui l’incontro con una drag queen fa capire di voler intraprendere un percorso di transizione.
Ed è un noir che ci porta in Trentino-Alto Adige il debutto di Vittorio Colitta che per Newton Compton firma Intenzioni colpevoli: a investigare su un feroce omicidio in una sonnolenta cittadina di montagna è il commissario Alfredo Rinaldi arrivato da Bari, la sua città, con la ferita di un difficile passato. A collaborare con lui è la giovane profiler Elena De Benedetti Riari.
Per la Campania, ancora, c’è la napoletana Michela Panichi, che ha partecipato alla quinta edizione del Master di scrittura seriale di Rai fiction, e con Nottetempo pubblica La Cecilia. L’adolescenza, la scoperta della sessualità, la conoscenza dell’altro, il tradimento, l’estate, sono i temi di questa storia ambientata a Ischia alla fine degli anni ’90. Tredici anni è l’età di Cecilia che, mentre vive la crisi di coppia dei genitori, incontra in spiaggia Alba e nuovi amici con i quali finge di essere un maschio.

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