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Previdenza, dal primo gennaio si andrà in pensione di vecchiaia a 67 anni

In attesa che sia messo a punto il decreto legge annunciato dal Governo sulla cosiddetta Quota 100 e sulle altre norme in materia previdenziale per le quali è stato inserito un fondo nella legge di Bilancio il primo gennaio 2019 scatteranno i nuovi requisiti per l'accesso alla pensione legati all'incremento dell'aspettativa di vita (cinque mesi).

Dal primo gennaio si andrà in pensione di vecchiaia a 67 anni e in ritiro anticipato con almeno 43 anni e tre mesi di contributi (42 anni e tre mesi le donne) mentre saranno appena scadute le norme sull'Ape sociale, ovvero sulla possibilità per chi ha 63 anni di età e almeno 30 anni di contributi (36 nel caso delle attività gravose) di avere un sussidio in attesa della pensione.

Per il 10-12 gennaio comunque dovrebbe arrivare, come annunciato dallo stesso Governo, il decreto con le nuove norme che riporterà indietro i requisiti per la pensione anticipata (a 42 anni e 10 mesi di contributi ma aggiungendo una finestra trimestrale (quindi di fatto a 43 anni e un mese) e introdurrà con una sperimentazione triennale la possibilità di andare a riposo se si hanno almeno 62 anni di età e 38 di contributi.

Il decreto, grazie allo stanziamento previsto nella manovra di quasi quattro miliardi nel 2019 e oltre otto in ciascuno dei due anni successivi, prevede anche la proroga per un anno dell'Ape sociale e l'opzione donna con l'uscita con il ricalcolo contributivo per chi ha almeno 35 anni di contributi ed è nata entro la fine del 1959 (il 1958 se autonome).

Nel decreto che sta mettendo a punto il Governo sarà inserito il divieto di cumulo con l'attività lavorativa per chi anticipa la pensione e la cosiddetta "pace contributiva" con la possibilità per chi è interamente nel regime contributivo di riscattare in tutto o in parte i periodi "per i quali non sussista obbligo contributivo" (come ad esempio i congedi parentali).

Per la pace contributiva la sperimentazione è biennale. Per l'accesso alla pensione anticipata sono previste finestre trimestrali per i lavoratori privati (con le prime uscite il primo aprile) e di sei mesi per i pubblici ma con i requisiti da maturare entro il 31 marzo e quindi con le prime uscite a ottobre 2019.

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