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Esuberi in Unicredit, a rischio 10 mila posti

Sulla vertenza Unicredit Group «prevedo un autunno caldo con azioni di protesta che non coinvolgeranno solo i bancari, ma anche la clientela». Lo dice il coordinatore della Fabi Sicilia, Carmelo Raffa. Le indiscrezioni sui nuovi diecimila esuberi del gruppo «ci inducono ad aprire un fronte di conflittualità con questa azienda internazionale, ma dai connotati italiani».

In particolare, in Sicilia i primi "fuochi" erano già stati accesi dai lavoratori di Unicredit di Messina e provincia che riuniti in assemblea avevano dato mandato alle organizzazioni sindacali per proclamare una giornata per protestare per quanto riguarda organici, situazione agenzie, sicurezza sul posto di lavoro, ferie, formazione del personale.

Lo sciopero è stato indetto dalle rappresentanze sindacali aziendali Fabi, First/Cisl, Fisac/Cgil e Unisin per lunedì 29 luglio: dalle 10 alle 12 sindacalisti e lavoratori attueranno, come forma di protesta, un sit-in davanti alla sede di Unicredit. A giudizio di Massimo Pellegrino, segretario coordinatore della Fabi di Messina, «la situazione ormai è diventata insostenibile, le agenzie sono al collasso. Ogni giorno è un’impresa riuscire a far funzionare le filiali. Le code agli sportelli sono ormai una consuetudine.  A questo panorama già abbastanza grave si aggiunge proprio nelle ultime ore la notizia di nuovi esuberi. Cosa ha deciso di fare questa azienda? Non possiamo stare alla finestra aspettando gli eventi». Secondo Giuseppe Angelini, membro della segreteria di coordinamento Fabi Unicredit «di fronte a centinaia e centinaia di esodi e pensionamenti in Sicilia, l’azienda ha assunto negli ultimi anni meno di 20 giovani. Resta una grave carenza di organici».

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