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Istruzione, il nuovo ministro sui precari: stabilizzeremo ma il decreto è da rivedere

La stabilizzazione dei precari ci sarà ma il decreto approvato in zona Cesarini dal precedente governo dovrà essere rimodulato. E per scuola e università servono 3 miliardi, soldi da reperire introducendo piccole tasse di scopo, non intaccando i fondi di altri settori. Il neo ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, M5S, 42 anni, laureato all’Università Tor Vergata di Roma, professore ordinario di economia politica presso l’Università di Pretoria, viceministro all’Istruzione con il governo giallo-verde, ha ereditato la poltrona occupata fino a ieri dal ministro leghista Marco Bussetti e lo ha fatto dicendo subito di voler realizzare l'integrazione tra scuola e università.

«Non esistono da una parte la Scuola e dall’altra l’Università e la Ricerca - ha detto oggi durante il suo insediamento - sono un’unica realtà. Vi prometto che riusciremo a realizzare questa integrazione che ci sarebbe dovuta essere da tempo e non si è riuscita a realizzare».  Sulla questione che sta più a cuore ai sindacati e al mondo della scuola, il precariato, ha assicurato: «da subito ho detto che bisogna far partire i concorsi programmati. C'è poi un decreto che presenta delle criticità; bisogna lavorare ad una sua rimodulazione per arrivare alla stabilizzazione dei migliaia di precari storici che hanno maturato dei diritti, che hanno le competenze e che vogliono insegnare. Già per oggi ho convocato una riunione su questa tematica».

Il ministro ha indicato anche la strada per reperire i fondi, 3 miliardi, che servono per scuola, università e ricerca: "vorrei inserire delle tassazioni - ha detto - che invitano i consumi a diventare più responsabili e al tempo stesso racimolare e trovare risorse da investire proprio nella formazione e nella ricerca; una doppia proposta che ho fatto a inizio anno da viceministro; è ovvio che potrebbe non essere sufficiente ma ho fatto un primo passo per trovare le risorse.

Il mio discorso - ha precisato riguardo ad alcune sue parole di questi giorni - non non riguardava le merendine ma le tasse di scopo su merendine e voli per racimolare fondi. Mi aspetto che la legge di bilancio segni una forte discontinuità con il
passato».

E senza nascondersi ha concluso: «L'istruzione è la base di tutto, non sarò qui a barcamenarmi, sono venuto a portare un contributo innovativo a questa grande macchina, per portare un vento di novità e creare un percorso che faccia la differenza: magari non lo vedrò tutto io, servirà del tempo, ma se non riuscirò e sarà tutto inutile, lascerò la palla a qualcun altro».

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