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Bce, Draghi annuncia un nuovo quantitative easing e il taglio dei tassi

Mario Draghi

Un nuovo programma di quantitative easing e un taglio dei tassi: è quello annunciato da Mario Draghi nell'ultimo consiglio direttivo della Bce sotto la sua guida. Varato un nuovo programma di quantitative easing (Qe), che prevede l'acquisto di bond per 20 miliardi di euro al mese e partirà a novembre. Gli acquisti di bond decisi oggi con il nuovo programma "dureranno tutto il periodo necessario a rafforzare l'impatto accomodante dei tassi" e il consiglio direttivo si aspetta che "finiscano poco prima rispetto a quando la Bce inizierà ad alzare i tassi".

La Bce ha anche tagliato il tasso su depositi a -0,50%. Invariati il tasso principale a 0% e quello sui prestiti marginali a 0,25%. Lanciato un nuovo maxi-prestito a lungo termine alle banche dell'Eurozona, allungando la scadenza da due a tre anni e prevedendo tassi più bassi per le banche che prestano ai di sopra di un certo livello.

La Banca centrale europea "si aspetta che i tassi di interesse chiave della Bce rimangano ai loro livelli attuali o inferiori fino a quando non si vedranno le prospettive di inflazione convergere saldamente a un livello sufficientemente vicino, ma inferiore al 2% nel suo orizzonte di proiezione".

La decisione della Banca centrale europea di riavviare il Qe fa correre i bond sovrani europei, i cui rendimenti sono tutti in calo. Il Btp decennale italiano ha toccato un minimo storico dello 0,77%, per poi risalire allo 0,81%, con un calo del rendimento di 15 punti base.

Lo spread tra Btp e Bund torna sotto i 140 punti base a 139, per la prima volta da maggio del 2018. Il rendimento del decennale italiano aggiorna i minimi storci a 0,75%.

Ecco, misura per misura, il pacchetto di provvedimenti annunciati oggi dal presidente della Bce Mario Draghi per fronteggiare la bassa inflazione e i rischi per la crescita dell’Eurozona.

-TASSI. Il tasso d’interesse sui depositi, diventato ormai quasi il benchmark di riferimento del costo del denaro, scende da -0,4% a -0,5%. Un pò meno di alcune previsioni che azzardavano -0,6%. Ma in compenso la 'forward guidancè con cui la Bce orienta le aspettative degli operatori economici non si limita più ad escludere un rialzo dei tassi fino a metà 2020: ora «i tassi rimarranno ai livelli attuali o inferiori fino a che il consiglio non avrà visto le prospettive d’inflazione convergere fortemente verso livelli sufficientemente vicini» al 2%.

-QE. Chiuso da pochi mesi, il quantitative easing che tanto ha aiutato i Btp italiani (suscitando grosse riserve in Germania) ritorna in grande. Da novembre la Bce tornerà a fare acquisti netti di titoli, principalmente bond governativi. Lo farà al ritmo di 20 miliardi al mese, inferiore a molte previsioni che andavano da 25 a 50 miliardi. Ma gli investitori e operatori economici non rimangono delusi, perché questa volta, anziché fissare un orizzonte temporale agli acquisti, Draghi ha spuntato dal consiglio direttivo (non unanimemente ma per consenso) che il QE proseguirà «finché sarà necessario».

-BANCHE. Un nuovo maxi-prestito, il Tltro-3, con durata allungata a tre anni anziché due, fornirà agli istituti dell’Eurozona liquidità a condizioni vantaggiose per stimolare il credito: per le banche che prestano oltre una certa soglia, in particolare, il tasso applicato sui fondi potrà arrivare fino a -0,5%. E’ lo stesso livello, assai penalizzante, raggiunto oggi dal tasso sui depositi di liquidità in eccesso delle banche alla Bce. Per aiutare le banche, il tasso su queste riserve si sdoppia: su una parte della liquidità in eccesso rispetto ai requisiti di riserva le banche pagheranno un tasso zero. Sulla restante liquidità, si applicherà il più penalizzante tasso sui depositi (-0,5%).

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