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Manovra, la tassa sulle auto aziendali non sarà retroattiva. Conte: la ridurremo

Non trova pace la misura che prevede l'aumento delle tasse sulle auto aziendali previsto nella manovra finanziaria. Stavolta però sembrano in arrivo buone notizie perché il premier Giuseppe Conte in un colloquio con il Corriere della Sera ha affermando che sta "lavorando con il ministro dell'Economia Gualtieri perché voglio ridurre ancora di più le tasse, come ad esempio quella sulle auto aziendali" e si appella "ai gruppi parlamentari a collaborare" nell'iter della legge di bilancio.

Dopo lo sforzo per sterilizzare le clausole sull'Iva, non deve passare il messaggio di una manovra di tasse: "La pressione fiscale infatti non è aumentata. Deve vincere la verità, contro le mistificazioni e le menzogne".

Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri aveva già dato segnali in questo senso nei giorni scorsi parlando di misura che "va migliorata per evitare che si traduca in un aumento sella pressione fiscale sui lavoratori dipendenti. Siamo al lavoro per un miglioramento della norma, che salvaguardi l'obiettivo di incentivare il rinnovamento del parco, ma modulando tempi e forme", in modo anche da "garantire che modalità e tempi siano coerenti con i piani produttivi del settore automobili". L'obiettivo sarebbe quello di applicare la misura solo sulle nuove immatricolazioni, senza quindi effetti retroattivi.

I dubbi sono anche sui numeri: mentre Gualtieri parla di circa 300 mila mezzi coinvolti, secondo Confindustria sarà "una vera e propria stangata per circa 2 milioni di lavoratori, oltre a incidere su un settore economico, quello dell'automotive, già penalizzato su altri fronti. Di fatto si tassa un bene che è già tassato e lo si fa intervenendo sulla busta paga dei dipendenti e sugli oneri contributivi dei datori di lavoro", ha detto la dg di Confindustria, Marcella Panucci.

L'ultima versione della manovra prevede che le tasse rimangano invariate per i veicoli ecologici, innalzandole dal 30% al 60% o al 100% per quelli inquinanti.

La stretta fiscale riguarda le auto aziendali in "fringe benefit": lo sconto al 30% del valore (ai fini fiscali) di auto e ciclomotori concessi in uso promiscuo, attualmente in vigore per tutti i dipendenti, dal primo gennaio scatterà solo per i veicoli in uso ad «agenti e rappresentanti di commercio». Per gli altri dovrebbe scattare uno sconto modulato che tasserebbe il 60% o il 100% dell'auto aziendale a seconda dei modelli e della loro capacità di inquinamento: i modelli "super inquinanti" sarebbero tassati per intero del loro valore.

Applicare gli effetti dell’aumento della tassazione sui veicoli aziendali soltanto ai nuovi contratti che verranno stipulati a partire dal 1 gennaio 2020. E’ quanto prevede un emendamento alla manovra presentato dal M5s, secondo cui «questo è necessario per permettere alle aziende di impostare un ricambio del parco veicoli aziendale con veicoli ibridi ovvero elettrici senza incidere pesantemente su quelli già noleggiati precedentemente».

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