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Coronavirus, cibo e bevande: cresce e-commerce da asporto

Aumenta la disponibilità all’e-commerce di cibo e bevande da asporto (39% vs 32%) da parte dei consumatori nel periodo dell’emergenza coronavirus. Lo segnala l’osservatorio Deloitte Global State of the Consumer Tracker che fotografa gli ultimi trend dei consumatori italiani e nel mondo in termini di sicurezza, scelte di acquisto e segnali di ripresa a fronte del Covid-19.

Dallo studio, realizzato su base quindicinale iniziato lo scorso 15 aprile con l'obiettivo di monitorare e raffrontare volontà e azioni dei consumatori in 13 Paesi nel mondo, emerge che la situazione relativa alle abitudini di acquisto degli italiani sembrerebbe iniziare a normalizzarsi. In particolare gli analisti riportano che i connazionali si sentono «leggermente più sicuri ad effettuare acquisti in store (32% vs 28%) e si va a ridimensionare l’abitudine di fare scorte e rifornimenti per più settimane (44% vs 50%)».

E’ registrata costante l’intenzione di acquistare «local» (42%), da brand che hanno reagito bene alla crisi (35%). «Questi primi dati a confronto vanno interpretati - afferma il Consumer Industry Leader di Deloitte Patrizia Arienti - come un, seppur debole, segno di ripartenza che ci fa ben sperare per le settimane a venire. I consumatori torneranno inevitabilmente a comprare, anche se in modi diversi e con velocità diverse, la domanda dipenderà molto dallo stato d’animo. Sicuramente, anche in base all’intensità dell’impatto della crisi economica, ci sarà una revisione delle priorità che si rifletterà nella vita quotidiana e nella scelta di come e quanto spendere».

 

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