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Imu, entro il 16 giugno si versa l'acconto: chi deve pagare e chi no

Il 16 giugno scade la prima rata dell'Imu, si dovrà pagare, infatti, il 50% dell'importo dovuto della tassa sulla casa. Una scadenza che arriva in un periodo non facilissimo, con gli italiani alle prese con la crisi da coronavirus.

Si prevede che il gettito dell'Imu sia intorno ai 10-11 miliardi. Una stima che arriva dal presidente di Confedilizia, Giovanni Spaziani Testa, che in un’audizione alla commissione Bilancio della Camera ha rivolto un appello a rinviare la scadenza. «È una patrimoniale - dice Spaziani - e per pagarla bisogna avere dei redditi. In una fase nella quale i redditi vengono a mancare o a fortemente attenuarsi manifesta ancor più la sua onerosità».

Il decreto Rilancio ha eliminato la prima rata dell’Imu per gli alberghi e gli stabilimenti balneari. Invece, i proprietari di immobili di lusso o diversi dalla prima casa saranno chiamati a versare l’acconto.

Per stimare l’importo basta calcorare la metà di quanto versato per Imu e Tasi nell’intero anno 2019, chiarisce una circolare del ministero dell’Economia del 18 marzo. La Tasi è stata, infatti, cancellata dall’ultima legge di bilancio con l'obiettivo di semplificare la fiscalità sul mattone. Per il pagamento va utilizzato un modulo F24.

Il Mef precisa alcuni casi in cui si può non versare l'acconto della nuova Imu. Il primo esempio riguarda chi ha comprato l’immobile nel primo semestre 2020 e non ne ha venduto un altro nel 2019, nello stesso comune. Se vuole, questa persona può pagare sulla base dei mesi di possesso 2020 usando le aliquote comunali e le detrazioni per l’anno 2019, in modo da evitare il versamento dell’intero importo a fine anno (la scadenza per la seconda rata è il 16 dicembre).

Chi invece ha venduto un immobile nel 2019, e ne ha acquistato un altro nel 2020 nello stesso comune, può scegliere di pagare o la metà del versamento complessivo dell’anno scorso, o calcolando l’Imu per i mesi di possesso del nuovo immobile con le aliquote 2019. Evidentemente, non è tenuto a pagare chi abbia solo venduto un immobile nel 2019, vista «l'assenza del presupposto impositivo», precisa il Dipartimento delle Finanze.

Un altro caso di esenzione dal versamento dell’acconto è quello di un’abitazione tenuta a disposizione nel 2019 e utilizzata come abitazione principale nel 2020, e viceversa. L'appartamento diventato prima casa non è proprio tenuto al pagamento dell’Imu per il 2020. Invece, per l’appartamento dal quale viene spostata la residenza, si può scegliere se versare l'acconto o pagare l’intero importo a fine anno.

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