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Assegno unico per i figli, dal 1 luglio 2021 sarà realtà: ecco a chi spetta e a quanto ammonta

L’assegno unico non concorrerà alla formazione del reddito imponibile e potrà essere cumulato con il reddito di cittadinanza

«L'assegno unico per i figli - voluto fortemente dal Pd che lo ha proposto e imposto nell’agenda parlamentare - è una riforma strutturale, finanziata ora in modo permanente. Il primo e fondamentale atto della più generale riforma fiscale. La più importante e innovativa misura in Legge di Bilancio. Altro che marchette». Lo afferma Stefano Lepri, dell’ufficio di presidenza del gruppo Pd alla Camera.

«Nella manovra - aggiungono i deputati Pd Paolo Lattanzio, della commissione Cultura, e Paolo Siani, capogruppo in bicamerale Infanzia e adolescenza - ci sono misure importanti a favore dell’infanzia: dall’assegno unico per i figli con risorse per 3 miliardi (che diventeranno 5 nel 2022), primo passo del Family Act, al rifinanziamento del bonus bebè per tutti i nati nel 2021; dal congedo di paternità obbligatorio allungato da 7 a 10 giorni al fondo da 50 milioni di euro per le aziende che aiutano il rientro al lavoro delle neo-mamme. Oltre ad aiuti per l’imprenditorialità femminile e 500 euro al mese per le mamme single e disabili. In aggiunta ricordiamo il cellulare (o tablet) "prestato" per un anno con abbonamento internet, destinato alle famiglie con Isee sotto i 20 mila euro, e quindi ai ragazzi meno abbienti alle prese con la Dad. Ora per rendere efficaci queste misure occorre un impegno concreto da parte del governo per una cornice trasversale da inserire nel Pnrr».

«L'impegno del presidente del Consiglio già c'è stato. Questa scelta - concludono gli esponenti dem - riconoscerebbe un percorso nascita sociale e sanitario, ponendo l’Italia all’avanguardia in Europa, tendendo a garantire il benessere socio-economico di genitori e bambini, in un processo di universalismo per cui il Pnrr costituisce un’eccezionale occasione per intervenire sui non garantiti, anche in ambito infanzia».

L’assegno unico non concorrerà alla formazione del reddito imponibile e potrà essere cumulato con il reddito di cittadinanza. Ma a quanto ammonta e a chi spetta? A partire dal settimo mese di gravidanza e fino al 21esimo anno di età ogni famiglia italiana riceverà un assegno mensile per ogni figlio a carico, composto da una quota fissa e una quota variabile che varierà in funzione del coefficiente ISEE, dal numero di figli a carico e dalla loro età. Si va dai 200-250 euro mensili a figlio, con la quota variabile che arriva praticamente ad azzerarsi attorno ai 50-60 mila euro di ISEE.

E' prevista una maggiorazione del 20% per i figli successivi al secondo mentre per i figli disabili la maggiorazione va dal 30% al 50% e sarà estesa per tutto l’arco della loro vita, senza limiti d’età.

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