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Riforma Irpef, da aliquota continua spinta all'economia

Passare all’aliquota continua renderebbe il sistema «più trasparente» e darebbe anche una maggiore spinta all’economia. Mentre ridurre le aliquote da 5 a 3 si limiterebbe a semplificare il prelievo e a dare qualche vantaggio in termini di offerta di lavoro per le figure più qualificate. A mettere sul tavolo delle commissioni parlamentari le prime simulazioni del Mef sulle ipotesi di riforma dell’Irpef è il direttore del dipartimento delle Finanze, Fabrizia Lapecorella, precisando che i dati elaborati dal ministero non hanno «pretesa di indicare una direzione» , e ricordando dall’altro che quello che va ricercato è il giusto equilibrio tra «efficienza ed equità» dell’imposta.

Il lavoro messo a disposizione servirà alle commissioni Finanze di Camera e Senato al termine di un lungo ciclo di audizioni di proporre, in un documento, delle linee di indirizzo al governo, che ha messo la riforma fiscale in cima alle azioni da compiere nei prossimi mesi, sfruttando anche un primo finanziamento in manovra di 8 miliardi complessivi per il prossimo anno - di cui 5-6 andranno però al neonato assegno unico, che il Senato dovrebbe approvare in via definitiva martedì per partire poi da luglio con 250 euro al mese per figlio.

La simulazione del Mef parte da una dote più consistente, 10 miliardi, e analizza l’ipotesi di «flatteizzazione» dell’attuale struttura dell’Irpef passando a tre aliquote al 23%-33%-43% (idea che piace al M5S) e quella di introdurre una «aliquota continua», sulla scia del modello tedesco caro peraltro a Leu e al Pd: «Quello che emerge è che evidentemente con entrambi i modelli ci possono essere effetti positivi perché possono ridurre le aliquote marginali e i disincentivi alle offerte di lavoro. In generale, il passaggio da 5 a 3 aliquote non è che cambi la vita di nessuno ma semplifica la struttura, mentre il passaggio a un sistema più progressivo rende più trasparente il prelievo» e ha «un impatto più marcato sul Pil, sempre positivo e decrescente nel tempo» in un orizzonte di qui al 2035.

Quale sarà la scelta della politica, Lapecorella ricorda anche la necessità di valutare i vari regimi sostitutivi che, se pure introdotti con obiettivi specifici importanti (come la cedolare secca sugli affitti che puntava all’emersione, o i regimi di tassazione agevolata per il "rientro dei cervelli") hanno comunque contribuito negli anni a «complicare il sistema», a «ridurre la portata redistributiva del sistema» e a essere "discutibili sul piano dell’equità orizzontale» perché «soggetti con redditi uguali» vengono tassati diversamente. In attesa che venga elaborato un disegno di riforma, sul fronte fiscale si sono moltiplicati i provvedimenti per tamponare gli effetti dell’epidemia. Tra questi una nuova sospensione dei versamenti delle cartelle fino alla fine di aprile che, ricorda l’agenzia della Riscossione, andranno saldati entro il 31 maggio. Per la sanatoria delle cartelle 2000-2010 fino a 5.000 euro, invece, si attendono i dettagli del decreto ministeriale del Mef.

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