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INPS, Tridico: "Oltre 400 mila nuovi occupati nel primo semestre 2021"

Rispetto allo stesso periodo del 2020

Pasquale Tridico

Il presidente dell’Inps è favorevole al Green pass obbligatorio nei luoghi di lavoro: "Come professore universitario mi farebbe piacere che il mio rettore mi dicesse: senza il Green pass non puoi entrare in aula perché rischi di contagiare gli studenti», dice, in un’intervista a La Repubblica, Pasquale Tridico.

Boom di rapporti

C'è «un boom di nuovi rapporti di lavoro rispetto all’anno scorso, il livello più basso di ricorso alla cassa integrazione da quando è scoppiata la pandemia e non ci sono i temuti e terribili licenziamenti di massa», spiega poi Tridico. Si registra una ripresa dell’occupazione «molto forte. I nostri sono dati amministrativi reali, non survey, analisi di dati. E ci dicono che i flussi contributivi, cioè i contributi che imprese e lavoratori versano all’Istituto, sono aumentati dell’8 per cento nel semestre tra gennaio e giugno 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020. È un trend che ci permette di dire che a fine anno le entrate contributive, al netto di nuove chiusure che ovviamente nessuno si auspica, ritorneranno ai livelli pre Covid».

Nuovi occupati

In termini di nuovi rapporti di lavoro, afferma Tridico, "parliamo di oltre 400 mila nuovi occupati nel primo semestre 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020». A causa del Covid è stata sostanzialmente anticipata la riforma degli ammortizzatori sociali: «Oggi la cassa integrazione è prevista per tutte le aziende, anche per quelle che hanno un solo dipendente. E questo è il principio della riforma Orlando - spiega Tridico -. Un istituto universale con una differenziazione sulle aliquote contributive: più alte per chi vi farà maggiore ricorso». Nel 2022 la riforma costerà «qualche miliardo». Nel 2020 «la cassa integrazione è costata a tutti noi quasi 20 miliardi, per il 2021 ne sono stati appostati circa 10. Penso che servirà meno della metà: nell’ordine di 4-5 miliardi».

Quota 100

Tridico commenta infine lo stop a Quota 100 che «non è la fine del mondo. Credo che si debba consentire di anticipare il ritiro dal lavoro, prima dei 67 anni, a coloro che svolgono mansioni gravose», il cui numero «va allargato».

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