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Benzina, verso il taglio di 15 centesimi sulle accise: risparmio di 11 euro al mese

11 euro al mese: è questo, secondo le stime di Facile.it, il risparmio medio per un automobilista italiano se il Governo ridurrà effettivamente il peso delle accise di 15 centesimi di euro a litro. L'intervento porterebbe i prezzi alla pompa a circa 2 euro al litro nella modalità self.

La spesa media mensile per fare rifornimento oggi è arrivata, rispettivamente, a 167 euro per la benzina e 160 euro per il diesel; con l’intervento ipotizzato dal Governo la spesa mensile scenderebbe a 156 euro al mese per fare il pieno ad un’auto a benzina e 149 euro per una a diesel. Il taglio delle accise riuscirebbe solo parzialmente a contrastare gli aumenti record delle ultime settimane: con i prezzi calmierati, in un mese un automobilista spenderebbe, in benzina, circa 36 euro in più (+30%) rispetto allo scorso anno; 44 euro in più (+42%) se si tratta di diesel.

Venerdì il dl taglia-prezzi. Si rafforza golden power

Subito il taglio dei prezzi della benzina, che si autofinanzia, e poco altro. Il rafforzamento del golden power, i fondi in più per i rifugiati. Alla fine di una giornata di riunioni praticamente continue, il governo sceglie di prendersi qualche ora in più e spostare a venerdì il varo delle prime misure per far fronte all’impatto economico della guerra in Ucraina: i conti non tornano, le risorse a disposizione, senza pensare a spese in deficit, sono scarse. Ma il segnale politico va dato, anche se per il grosso delle misure si dovrà aspettare che si definisca il quadro europeo: il premier Mario Draghi chiede a tutti un supplemento di sforzo per rassicurare famiglie e imprese e entro la settimana vuole dare l'ok almeno al decreto "taglia-prezzi". Ma le esigenze si moltiplicano di ora in ora, all’inasprirsi del conflitto: ci sono le imprese in difficoltà con le materie prime, i blocchi a intermittenza della produzione, gli autotrasportatori che si fermano, come i pescherecci, gli allevatori che non trovano mais e frumento per gli animali, le famiglie che faticano a fare il pieno e a pagare le bollette.

 

Il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti affina il suo pacchetto di proposte: chiede di dare più poteri a mr Prezzi, con multe fino a 5mila euro alle attività che non sappiano spiegare, entro 10 giorni, i rincari, così come l'estensione delle garanzie Sace alle imprese strategiche e a quelle che riattivano produzioni di ghisa in Italia da destinare alla siderurgia. Ci sono poi le misure di spesa, dal miliardo per rifinaziare il fondo di garanzia delle Pmi, che secondo i calcoli del Mise potrebbe supportare fino a 150mila aziende, agli 800 milioni per i ristori. Sotto la lente ancora anche la richiesta di un intervento sull'export delle materie prime. Dall’idea di dazi sull'export si passa a quella di un controllo da parte del Mise, un obbligo di notifica con multe da 100mila euro in su per chi non lo rispetta. Giorgetti va e viene da Palazzo Chigi, come il ministro dell’Economia, Daniele Franco, e il collega Roberto Cingolani. Il titolare del Mite in Parlamento spiega che il governo sta ragionando su un meccanismo di «accisa mobile» - introdotto con la Finanziaria del 2007 - che consente di destinare al taglio delle accise gli incassi Iva non previsti perché legati a un aumento dei carburanti. La norma potrebbe anche essere applicata, direttamente, con decreto ministeriale, perché è ancora in vigore, ma prevede interventi trimestrali: al momento i calcoli dell’extragettito sono ancora in corso e si statrebbe valutanto intanto di abbattere le accise di 15 centesimi per due mesi, in attesa di vedere le evoluzioni del mercato (e del conflitto).

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