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Nigeria, si lavora a un gasdotto per l'Europa. L'Eni cresce in Algeria

La Nigeria è pronta ad offrire il suo contributo per liberare l’Europa dal giogo del gas russo attraverso l’Algeria, primo fornitore italiano dallo scoppio della guerra in Ucraina. Lo ha detto oggi il ministro del Petrolio Timipre Sylva a Gastech, la rassegna mondiale del gas in corso a Fiera Milano. «Stiamo costruendo un metanodotto attraverso l’Algeria per vendere direttamente gas all’Europa», ha spiegato. Sui tempi manca una data precisa ma «l'Algeria ha completato la propria rete e noi la nostra per 614 Km, ora dobbiamo collegarle», ha indicato. «Credo - ha aggiunto - che il gasdotto Akk possa arrivare in tempi brevi». Un progetto che "coinvolge le compagnie nazionali petrolifere di Algeria e Nigeria» ma non solo.

«Stiamo riscontrando molto interesse anche da finanziatori privati» ha affermato Sylva spiegando che «anche Eni potrebbe essere coinvolta». Proprio il Cane a Sei Zampe ha annunciato oggi l’acquisizione delle attività di Bp in Algeria, tra cui 'In Amenas' e 'In Salah', due concessioni per la produzione di gas che operano con Sonatrach e Equinor. I giacimenti si trovano nel Sahara meridionale, con una produzione che nel 2021 è stata di circa 11 miliardi metri cubi di gas e di 12 milioni di barili di condensati e Gpl, il gas delle bombole da cucina. Un’operazione con un «forte valore strategico» per Eni ed è in grado di "soddisfare ulteriormente» il fabbisogno europeo di gas. Il Gruppo poi rafforza la sua presenza in Algeria, «importante produttore di gas nonché Paese chiave». Quanto alla Nigeria, secondo il Ministro Sylva una decisione sull'investimento per il gasdotto Akk «ci sarà presto, stiamo rivedendo gli obiettivi, stimiamo oltre 10 miliardi di dollari». Oltre a Eni, poi, «chiunque voglia pompare gas è il benvenuto». Proprio nel giorno in cui a Gastech si parlava di idrogeno, il Ministro nigeriano ha rilanciato sul metano. Il primo è "un’opportunità», ma a suo dire «la più grande opportunità per noi è consegnare il gas direttamente all’Europa». Le riserve del resto non mancano al Paese, che dispone al momento di 206 mila di miliardi di piedi cubi (5.833,3 miliardi di metri cubi, ndr) accertati. «Oggi - ha spiegato - siamo a 8 miliardi (0,22 mld metri cubi) di produzione, ma abbiamo ampi margini di crescita anche attraverso l’esplorazione». «Grazie alle nuove esplorazioni - ha concluso Sylva - possiamo triplicare le nostre riserve a 600 mila miliardi di piedi cubi (16.990 miliardi di metri cubi)».

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