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Incubo rialzi tassi d'interesse sulle famiglie. Mutui sempre più esosi

Aumentano, seppure a un tasso inferiore ai rialzi Bce, i tassi sui mutui casa in Italia ma la scelta degli scorsi anni di stipulare quasi solo finanziamenti a tasso fisso dovrebbe «immunizzare» molte famiglie dall’impatto negativo. I dati, contenuti nel rapporto mensile dell’Abi, evidenziano una crescita dei tassi di mezzo punto al 2,73%, ad ottobre, tornando così ai livelli del 2015 sebbene si trovino ancora ben al di sotto di quelli storici.

Ma per i clienti delle banche italiane c'è anche un altro tema di scontentezza: nel 2021 i costi di gestione dei conti correnti sono saliti, arrivando a 94,7 euro, principalmente per l'emissione e la gestione delle carte di pagamento e i canoni base. E il ritorno agli sportelli e la maggiore operatività, dopo la crisi Covid, ha fatto crescere anche le spese variabili. Il rialzo inoltre, spiega l’indagine annuale della Banca d’Italia, ha colpito anche i conti online, che hanno visto una grande diffusione durante la pandemia, i quali tuttavia restano ancora molto più convenienti: 24,3 euro, 2,8 euro in più dell’anno precedente. Con la fine dell’era decennale dei tassi zero, i bilanci delle banche stanno tornando a vedere un aumento dei ricavi dai tassi sui finanziamenti. I principali gruppi hanno messo a segno delle trimestrali positive, spinte anche da un’economia che ha tenuto più del previsto. E tuttavia la crisi energetica e le incertezze della guerra in Ucraina sono delle nubi all’orizzonte che dovrebbero far aumentare i crediti non pagati nel corso del 2023.

Secondo l’Abi però al momento la qualità del credito resta buona e le sofferenze nette stabili a 16,2 miliardi di euro. Come anche sottolineato da S&P in un report, i problemi dei pagamenti in Europa non dovrebbero arrivare dalle famiglie sui mutui. Per il vice dg dell’Abi Gianfranco Torriero «negli scorsi 4-5 anni, l’80% dei nuovi mutui era a tasso fisso» e anche per questo effetto di «immunizzazione» non ci si attende un importante aumento delle sofferenze, nei prossimi mesi, su questo comparto. Altro discorso è quello delle imprese, specie quelle più colpite dal caro energia. L’Abi (assieme alla Ue, la Bce e la Banca d’Italia) chiede che le misure pubbliche siano più mirate e a sostegno di quei settori a rischio. In particolare le banche chiedono la possibilità di un riscadenzamento del debito oltre che di una modifica delle norme europee che consentano una moratoria. Per il momento comunque i prestiti a famiglie e imprese continuano a crescere (+3,4% a ottobre) mentre i depositi, dopo mesi di aumenti ininterrotti hanno subito una frenata, segno che si è raggiunto un tetto.

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