
Il mese di dicembre è quello che porta al Natale e all'ultimo dell'anno. Un mese tanto atteso per fare compere, regali e trascorrere le festività a tavola con parenti ed amici. Spese, dunque, in aumento rispetto ad altri periodi dell'anno ed è per questo motivo che ogni anno a dicembre è attesa da milioni di italiani la cosiddetta tredicesima in busta paga.
Ecco allora quando verrà pagata e come si calcola.
La tredicesima mensilità altro non è che una retribuzione aggiuntiva allo stipendio mensile che viene maturata durante il corso dell’anno. In genere viene erogata in un’unica soluzione alla fine di ogni anno, nel mese di dicembre, ma ci si può anche accordare con il datore di lavoro per riceverla di volta in volta insieme allo stipendio mensile
Oltre che ai pensionati, la tredicesima spetta ai lavoratori, pubblici e privati, con un contratto di lavoro dipendente, sia a tempo determinato che a tempo indeterminato. Restano dunque esclusi i lavoratori autonomi, quelli a progetto e i parasubordinati
Non c'è una data prestabilita per il pagamento della tredicesima. Generalmente viene comunque pagata entro Natale per consentire di affrontare per l'appunto le spese natalizie.
Gli stipendi dei dipendenti della pubblica amministrazione seguono un calendario specifico. La norma di riferimento, l’allegato al decreto legge 350 del 25 settembre 2001, stabilisce che l’erogazione avvenga insieme a quella dello stipendio di dicembre. Questa data varia a seconda del ruolo che viene ricoperto (medici, insegnanti e così via). In generale si riceve comunque entro il 20 dicembre.
No, perché il calcolo specifico della tredicesima è stabilito dai singoli contratti collettivi di lavoro. In genere dipende dalla retribuzione globale di fatto percepita durante l’anno di riferimento, in base all’importo degli elementi fissi dello stipendio.
Il valore della tredicesima di solito è un dodicesimo del totale percepito in un anno, perché ogni mese viene accantonata una rata di importo pari a un dodicesimo dello stipendio mensile
Generalmente no, si guarda solo allo stipendio mensile fisso.
Sì, in questi casi la tredicesima si calcola moltiplicando lo stipendio fisso per il numero di mesi di lavoro effettivo e dividendolo poi per 12.
Sì. Nel caso in cui il lavoratore abbia prestato servizi per diverse persone, avrà diritto alla tredicesima mensilità da parte di ognuno di loro.
Solo in alcuni casi di assenze ritenute “giustificate”. Ad esempio: congedi di maternità e paternità o matrimoniali, infortuni sul lavoro, malattie (nei limiti contrattuali).
In linea generale sì, ma il diritto varia a seconda che la sospensione dell’attività lavorativa sia totale o parziale. In caso di sospensione totale, non viene maturata la tredicesima ma è garantita ai lavoratori – come nei casi di sospensione parziale – un’integrazione salariale pari all’80% della retribuzione, a carico dell’Inps.
Sì. Si applicano i normali contributi previdenziali e le normali ritenute fiscali anche sulla tredicesima. Per il 2022 va considerato però anche lo sgravio contributivo che il decreto Aiuti bis ha portato al 2% per tutte le retribuzioni inferiori a 2.692 euro, che si applica per intero alla tredicesima di fine anno.
Secondo i calcoli della Cgia (Confederazione Generale Italiana dell’Artigianato) di Mestre, l’ammontare lordo delle tredicesime 2022 è di 46,9 miliardi di euro. Se si calcolano le ritenute Irpef, il valore scende a 35,5 miliardi di euro netti.
Sono 33,9 milionii lavoratori dipendenti che riceveranno la tredicesima.
La regione con il più alto numero di beneficiari della tredicesima è la Lombardia con quasi 6,2 milioni. Seguono 3,25 mln del Lazio e 2,98 milioni del Veneto.
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