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Come investire sui mercati obbligazionari: bond alla riscossa nel 2023, bene Treasury ed emergenti

Il 2023 potrebbe essere l’anno della riscossa per i mercati obbligazionari dopo un 2022 difficile, in cui il crollo degli indici è stato il peggiore degli ultimi 50 anni. Sulle opportunità di ripresa concordano gli analisti del reddito fisso, che indicano soprattutto i Treasury Usa e i titoli dei mercati emergenti come asset su cui puntare.

"L'inflazione elevata e la risposta aggressiva delle banche centrali hanno portato a un 2022 difficile e a performance scarse per molte asset class - affermano gli analisti di Schroders - tuttavia, ci sono diversi motivi per cui le obbligazioni stanno diventando sempre più interessanti e ci aspettiamo di vedere una maggiore domanda di reddito fisso da parte degli investitori nel 2023. In primo luogo, vi sono segnali di allentamento delle pressioni inflazionistiche, guidate dalla disinflazione negli Stati Uniti. In secondo luogo, la dinamica della crescita sta rallentando, soprattutto negli USA. In terzo luogo, le banche centrali stanno per terminare i loro cicli di rialzo dei tassi, in particolare le economie più sensibili all’aumento dei tassi d’interesse. Infine, le valutazioni delle obbligazioni sono interessanti, con rendimenti molto più elevati rispetto a un anno fa. Non abbiamo dubbi che questi fattori apriranno interessanti opportunità sui mercati globali obbligazionari».
«Anche se il percorso verso l’inflazione target del 2% potrebbe rivelarsi difficile -spiegano - i miglioramenti iniziali relativamente rapidi che ci aspettiamo di vedere nella prima metà del 2023 dovrebbero essere accolti molto favorevolmente dai mercati. Questo porterà a un contesto più favorevole per le obbligazioni globali, a una minore volatilità dei titoli e a opportunità in asset come debito selettivo dei mercati emergenti in valuta locale e mercato valutario dei mercati emergenti».

Asset class: valutazioni estremamente interessanti

«I mercati obbligazionari globali sono stati colpiti duramente nel 2022 e i mercati emergenti non hanno fatto eccezione, con il calo più forte mai registrato - afferma Diliana Deltcheva di Candriam - ciò è stato in gran parte dovuto al sell-off delle obbligazioni statunitensi, che hanno registrato anch’esse il maggior calo di sempre. Ciò ha lasciato un’asset class che, sebbene con dei rischi, ora offre valutazioni che consideriamo estremamente interessanti e un cuscinetto significativo contro l’aumento dei rendimenti».
«Su un orizzonte di un anno - è la previsione - riteniamo che il debito sovrano dei mercati emergenti in valuta forte e locale offrirà rendimenti intorno all’11-15%, con una baseline del 13%. Il nostro scenario presuppone una stabilizzazione dei titoli del Tesoro USA in un contesto caratterizzato da un rallentamento degli Stati Uniti e da una certa compressione degli spread nei mercati emergenti. Prevediamo Treasury USA a 5 e 10 anni in un range del 3-3,5%, con uno scenario centrale del 3,25%. Su un orizzonte di un anno, prevediamo un rendimento lordo dei titoli corporate dei mercati emergenti del 10-15%, ipotizzando una riduzione degli spread societari dei mercati emergenti di 25-50 punti base e titoli del Tesoro Usa a 5 anni in un intervallo compreso tra il 2,75 e il 3,25%"
Secondo Norman Villamin di Ubp «fortunatamente le cedole basse offerte dai Treasury e dai titoli corporate Usa nell’ultimo decennio, che offrivano poca protezione contro il peggioramento della qualità del credito, hanno lasciato il posto ai rendimenti più alti dal 2006-2007. Riteniamo pertanto che una strategia sul credito Usa in dollari di tipo hold-to-maturity e incentrata sulla qualità possa offrire opportunità interessanti all’inizio del 2023, quando il mercato sposterà l’attenzione dai rischi di inflazione a quelli di recessione».

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