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Cuneo fiscale, come cambiano gli stipendi. Gli aumenti in busta paga e chi prenderà di più

Con l'entrata nel mese di febbraio, scatteranno novità importanti nelle buste paga degli italiani. Stanno per scattare, infatti, i tagli al cuneo fiscale previsti nella legge di bilancio e i cui effetti si vedranno già dal cedolino del mese di gennaio che i lavoratori italiani riceveranno in questo mese di febbraio.

Si tratta di un intervento impegnativo che prevede un costo di quasi cinque miliardi. L'incremento è effettivo per chi guadagna fino a 1.923 euro mensili e ha quindi diritto a una riduzione del 3% dell’aliquota contributiva: il beneficio rispetto alla normativa precedente è pari a 58 euro lordi. Per chi ha invece una retribuzione superiore (fino a 2.692 euro) i punti sono due e il beneficio ammonta a 54 euro lordi.

Il taglio sulla quota di contribuzione

Come riportato da Il Messaggero, una delle ultime circolari Inps ha definito gli aspetti delle nuove regole: sono inclusi tutti i dipendenti pubblici e privati, ad eccezione dei lavoratori domestici inseriti in una normativa diversa e specifica. Il taglio riguarda la quota di contribuzione a carico del lavoratore, fissata per la componente previdenziale al 9,19 per cento: scenderà quindi al 6,19 per cento fino alla soglia dei 1.923 euro mensili e al 7,19 per chi non supera i 2.692.

Come evidenziato in precedenza se lo stipendio mensile non supera i 1.923 euro lordi (corrispondenti a 25 mila annuali su 13 mensilità sempre in termini lordi) la riduzione è di 3 punti. Su un salario più basso, ad esempio di 1.200 euro al mese, ciò comporta un aumento di 36 euro, contro i 24 in vigore in precedenza. Il guadagno netto è di circa 28 euro, ipotizzando tredici mensilità. A quota 1.900 euro, quindi in prossimità della soglia, ci sono 57 euro lordi, in più (invece che 38) che diventano però 38 netti. Questa è la fascia retributiva che ottiene il beneficio più consistente. Al di sopra lo sconto (analogo a quello già in vigore) riparte da circa 40 euro: questo è l’incremento lordo per chi guadagna 2 mila euro, che ne riceverà 26 netti in più, sempre in confronto alla situazione in cui l’esonero contributivo non era in vigore. Con 2.692 mensili (vale a dire 35 mila all’anno) se ne ottengono 54 lordi in più, corrispondenti a circa 30 netti.

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