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Superbonus, le banche ripartono ma lo smaltimento è lento: 19 mld di crediti "incagliati"

Possono acquistare solo dopo cessioni per liberare spazio

Le banche, non tutte, ripartono con l'acquisto dei crediti del superbonus ma lo smaltimento, in assenza di misure adeguate, sarà lento e condizionato dai crediti che riusciranno prima a cedere.

Nei giorni scorsi hanno annunciato la ripresa Intesa Sanpaolo, Unicredit, Credit Agricole e il gruppo cooperativo Cassa Centrale. Ma in ballo ci sono, secondo alcune stime dell’Ance, ancora 19 miliardi di euro di crediti incagliati nelle imprese. Dopo mesi di stop dovuti alla saturazione fiscale e a un impianto normativo che attribuiva la responsabilità alle banche di eventuali illeciti, le ultime misure legislative hanno riportato chiarezza e una cornice più stabile non accogliendo però la proposta dell’Abi sull'utilizzo dell’F24.

Al netto dello scontro politico, gli istituti di credito avevano chiesto infatti una misura ad hoc che permettesse loro di smaltire rapidamente il portafoglio crediti dando così "spazio" per l'acquisto dei crediti di quelle imprese edili che il blocco deciso dal governo ha lasciato scoperte. Una soluzione che non è stata accolta dall’esecutivo Meloni il quale, tuttavia, nel decreto e nella sua conversione parlamentare, ha recepito le richieste sulla responsabilità operando anche una moral suasion su alcune partecipate statali affinchè giocassero un ruolo attivo. Il governo ha anche offerto alle banche una compensazione con Btp che però non sembra riscuotere successo perchè occorre aspettare fino al 2028 con effetti negativi sul bilancio.

E’ stata annunciata anche la creazione di una piattaforma con l’apporto di Enele X dove cedere e acquistare i crediti. Con queste modifiche normative comunque i gruppi bancari hanno potuto così siglare degli accordi con società terzi per rivendere loro i crediti (che questi potranno scontare con il Fisco) e quindi riaprire l’acquisto dei crediti. Si tratta, certo, di uno smaltimento non velocissimo e non immediato.

Il meccanismo legale e finanziario da mettere in piedi è complesso. Va detto che la creazione di un mercato secondario di questi crediti è sicuramente alla portata del sistema finanziario italiano come si è visto con gli Npl dove sono nati operatori specializzati nazionali e si sono affacciati quelli stranieri. Un mercato che ora si muove con regolarità e che ha fatto uscire le banche dalle secche degli scorsi anni permettendo loro di presentarsi in regola all’ultima crisi bancaria proveniente da oltre Oceano. E però appunto la tabella di marcia è dettata dalla cessioni realizzate e concluse. Si vedrà quindi nei prossimi mesi quale sarà il flusso di crediti che si riuscirà a smaltire.

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