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Taglio cuneo fiscale. Quando parte l'aumento in busta paga, a quanto ammonta e chi riguarda

«Presto approveremo un decreto-legge per ridurre ancora il cuneo fiscale. E questo ulteriore taglio scatterà dal mese di maggio e riguarderà i lavoratori dipendenti con retribuzioni medio-basse. Per questo scorcio d’anno, i lavoratori otterranno un taglio ulteriore del prelievo: un intervento molto importante per tutelare il potere d’acquisto delle famiglie in una fase in cui l’inflazione resta ancora elevata». Lo annuncia, in un’intervista al Corriere della Sera, il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo. «L'intenzione del governo è di utilizzare questi 3 miliardi da maggio in poi: per dare un ordine di grandezza, è come se fossero messi a disposizione 5,14 miliardi su base annua. Un importo significativo, maggiore, in proporzione, rispetto a quello stanziato con la manovra per il 2023», aggiunge Leo. «L'intervento sul cuneo è soprattutto una risposta al carovita. La riforma, invece, cambierà strutturalmente il sistema fiscale - sottolinea il viceministro -, per ridurre il prelievo e migliorare i rapporti con i contribuenti».

Cosa prevede il nuovo taglio del cuneo fiscale da 3 miliardi

Buste paga più corpose da metà anno per i redditi medio-bassi. Il governo ha messo nero su bianco nel Def la decisione di destinare oltre 3 miliardi in deficit ad un nuovo taglio del cuneo, con l’obiettivo di coprire il periodo maggio-dicembre. E un decreto potrebbe arrivare già entro la fine del mese. Ma l’aiuto alle retribuzioni non basta a convincere i sindacati, che definiscono il Def «insufficiente» a dare le risposte attese sui tanti dossier caldi, dalle pensioni al fisco. Qualcosa sulle tasse, però, rassicura il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, potrebbe arrivare in autunno con la Nota di aggiornamento al Def. Intanto con il Documento di economia e finanza varato ieri dal Cdm il governo si è concentrato a mettere «le risorse al servizio del taglio del cuneo fiscale» ed è stato «attento a non sforare i conti pubblici», ha puntualizzato Leo. Un approccio prudente, come più volte ribadito dal titolare del Tesoro Giancarlo Giorgetti, teso a dimostrare serietà ai mercati e all’Ue. E proprio da Bruxelles, dove però ancora si attende formalmente il documento, arriva un primo giudizio positivo, con il commissario all’economia Ue Paolo Gentilini che ne approva l'impostazione. Il nuovo taglio del cuneo sarà destinato ai lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi e arriverà con un provvedimento di «prossima adozione» a valere «sul periodo maggio-dicembre di quest’anno», chiarisce la nota di Palazzo Chigi. Un intervento che segue quello della legge di bilancio, che ha stanziato circa 4,6 miliardi per un taglio di 2 punti ai redditi fino a 35mila euro e un ulteriore punto per quelli fino a 25mila. Per il nuovo taglio da 3 miliardi, che secondo i primi calcoli potrebbe tradursi sulle buste paga dei lavoratori in circa 25-30 euro in più al mese, il governo si prepara dunque a varare un decreto che potrebbe arrivare già entro la fine del mese. I tempi sono dettati dall’iter del Def in Parlamento, dove serve l’ok alla risoluzione di maggioranza, ma il calendario è già fissato: le audizioni partono la prossima settimana al Senato (il ministro Giorgetti è previsto il 20 aprile), poi la commissione Bilancio della Camera dal 26 aprile procederà all’esame in sede referente del Documento, che dovrebbe essere esaminato dall’Aula giovedì 27 aprile. E mentre la politica si divide, con la maggioranza che evidenzia il segnale dato al mondo del lavoro e le opposizioni che ne smontano la portata ("insufficiente e senza prospettiva», dice il Pd; «solo tagli e nessun investimento», attacca il M5s), i sindacati, con l’eccezione dell’Ugl, si mostrano tutt'altro che convinti. «Bene» sul cuneo, ma «insufficiente» sulle tante sfide ancora aperte, dice la Cisl. Più tranchant il giudizio di Maurizio Landini, secondo cui 3 miliardi per il cuneo sono "insufficienti». Non vede le risposte attese nemmeno la Uil, che conferma «tutte le ragioni della mobilitazione». A preoccupare è l'assenza di risorse per la riforma fiscale, oltre che per le pensioni e il welfare. Un’apertura sul tema fisco arriva però dal viceministro Leo, che promette possibili novità a novembre, nel quadro della Nadef: «Se troviamo delle risorse - assicura - verranno tutte messe al servizio delle riduzioni fiscali».

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