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Pubblica amministrazione, aumenti e innovazione per 2.5 milioni di lavoratori

Naddeo (Aran): 'L'impegno è chiudere rinnovi entro l’anno'

Proseguirà dopo la pausa estiva il lavoro all’Aran per i rinnovi dei contratti del personale della pubblica amministrazione. Con novità e aumenti già arrivati per circa 2,5 milioni di travet. Il 5 settembre riprenderanno infatti le trattative per il contratto dell’area sanità (dirigenti medici, sanitari, veterinari e delle professioni sanitarie). In tutto circa 135 mila dipendenti. Mentre l’11 settembre proseguono le trattative per il rinnovo del contratto dei dirigenti delle funzioni locali. All’appello mancano solo i dirigenti dell’area istruzione e ricerca e il contratto dei dipedenti della Presidenza del consiglio dei ministri. Per questi due mancano ancora gli atti di indirizzo necessari per avviare le trattative.

«Volendo fare un bilancio prima della pausa estiva possiamo dichiararci soddisfatti», commenta il presidente Aran, Antonio Naddeo: «Da ottobre 2022, grazie alla determinante spinta politica del ministro per la Pa, Paolo Zangrillo, abbiamo chiuso quattro contratti del comparto (funzioni centrali, locali, sanità e istruzione e ricerca) e il primo per le aree dirigenziali (funzioni centrali). Siamo in dirittura di arrivo per il contratto dei medici (dirigenza medica, veterinaria e sanitaria), che auspichiamo di riuscire a chiudere in settembre. Abbiamo rinnovato i contratti per 2 milioni e mezzo di dipendenti pubblici. Questi contratti- aggiunge Naddeo - non rappresentano solamente un aggiornamento economico, ma in ognuno è stato rivisto l’ordinamento professionale di tutti i comparti, rendendolo più semplice e adattabile alle necessità di ogni singola amministrazione. «Inoltre - prosegue il presidente dell’Aran - abbiamo introdotto un’importante innovazione: l’area di elevata professionalità. Se riusciamo a chiudere gli ultimi due contratti entro quest’anno, saremmo immediatamente pronti per far partire la nuova tornata contrattuale 2022-24, certamente in ritardo, ma in recupero rispetto al triennio precedente quando, ricordo a tutti, il primo contratto 2019-21 (quello per le funzioni centrali) è stato firmato nel 2022».

I contratti della tornata 2019-2021 sottoscritti dall’Aran sono: comparto funzioni centrali (Ministeri, Agenzie fiscali, Enti pubblici non economici) firmato il 9 maggio 2022, dipendenti 224.738, incrementi complessivi 4,55%, risorse finanziarie a regime 432,17 milioni. Comparto funzioni locali, firmato il 16 novembre 2022, dipendenti 429.754, incrementi complessivi 4,55%, risorse finanziarie a regime (dal 2021) 774,02 milioni. Comparto sanità, firmato il 2 novembre 2022, dipendenti 544.482, incrementi complessivi 6,61%, risorse finanziarie a regime (dal 2021) 1.691,57 milioni. Comparto istruzione e ricerca (Scuola, Università, enti di ricerca, Accademie e conservatori) per la parte economica firmato il 6 dicembre 2022, dipendenti 1.232.248, risorse a regime 2.161,00 milioni di euro . Inoltre sono state sottoscritte due ipotesi di accordo in attesa di verifica degli organi di controllo: per il comparto istruzione e ricerca per la parte normativa e una integrazione di quella economica, firmata il 14 luglio 2023, il contratto, unitamente all’accordo firmato il 6 dicembre 2022, prevede aumenti salariali medi mensili di 124 euro per i docenti, di 96 per il personale Ata e di 190 euro per i Direttori dei servizi generali e amministrativi.

Il 25 maggio 2023, invece, è stata sottoscritta l’ipotesi di contratto collettivo nazionale di lavoro dell’Area dirigenziale delle Funzioni Centrali, per il triennio 2019-2021. L’accordo riguarda circa 6.200 tra dirigenti pubblici e professionisti delle Amministrazioni centrali (ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici). Nel campo di applicazione sono compresi anche i dirigenti sanitari del Ministero della Salute, dell’Aifa e i professionisti medici degli enti previdenziali.

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