Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Tassa extraprofitti, l'ira delle banche sul governo: "Sul provvedimento dubbi di costituzionalità"

La norma è «un vulnus alla fiducia riposta sul mercato finanziario italiano» ha scandito il dg Abi Giovanni Sabatini e ha provocato turbolenze in Borsa

Bordata delle banche contro la tassa straordinaria sul comparto varata, a sorpresa, un mese fa dal governo Meloni. Abi, Bcc e Assopopolari hanno espresso nette critiche, sollevando dubbi di costituzionalità del provvedimento, sottolineato i rischi di danni all’intera economia italiana in una fase già di rallentamento e avvisato delle conseguenze sulla sottoscrizione dei titoli di Stato. Inoltre hanno contestato il concetto stesso di 'extraprofittì frutto della differenza fra tassi attivi e passivi, rivendicato anche oggi dalla premier come causa per l’imposta. La norma è «un vulnus alla fiducia riposta sul mercato finanziario italiano» ha scandito il dg Abi Giovanni Sabatini e ha provocato turbolenze in Borsa tanto che, proprio la prospettiva di modifiche, ha provocato il rialzo dei titoli lunedì. Dopo un mese di silenzio, complice anche il periodo agostano, il comparto bancario ha scelto così una sede istituzionale, le audizioni in Senato al dl asset, per mettere nero su bianco tutte le critiche e i dubbi. Nei giorni scorsi le diplomazie avevano lavorato per cercare di chiedere delle modifiche a un provvedimento calato dall’alto senza «confronto preventivo"' come ha ricordato Sabatini, trovando qualche sponda all’interno della maggioranza, in particolare in Forza Italia. Se infatti l'altra misura, quella sugli Npl (criticata con coro unanime da tutto il settore finanziario e bancario), è stata rimandata sine die dalla presidente del consiglio Meloni, per la tassa l'esecutivo non ha mostrato aperture o ripensamenti dopo la scelta dello strumento del decreto.

Si vedrà ora se una o più richieste verranno accolte negli emendamenti i cui termini di presentazione sono fissati a domani. Per il momento aperture sono arrivate solo sui titoli di Stato. Nell’audizione l’Abi ha così sottolineato i dubbi di costituzionalità e non aderenza alle norme Ue, ricordato il precedente della Robin Tax e elencato una serie di cambiamenti minimi per evitare danni peggiori all’economia e alle finanze dello stato. Si chiede quindi la deducibilità ai fini Ires e Irap e di «escludere dal computo dell’imposta» straordinaria sulle banche «gli effetti reddituali (margine di interesse) e patrimoniali (attivo su cui calcolare il Cap massimo di imposta) dei titoli sovrani». E poi c'è il mondo del credito cooperativo. Il presidente di Federcasse dell’Erba ha chiesto «l'esclusione tout court» delle Bcc dalla tassa e ricordato il ruolo del comparto a favore dell’economia dei territori che verrebbe fortemente compromesso. Assopopolari poi ha rilevato come le banche di minori dimensioni sopporterebbero un peso in proporzione maggiore delle grandi vedendo spazzato via il 24% degli utili contro il 10% dei grandi istituti. Tutti poi concordano su un concetto: gli «extraprofitti» non esistono. «L'extraprofitto si riferisce a una situazione specifica, quella in cui un’impresa godendo di una posizione di monopolio od oligopolio può fissare il prezzo dei suoi prodotti ricavando un profitto superiore a quello determinabile in un mercato concorrenziale. Questa situazione è assente nelle banche», «in forte concorrenza nell’intera area dell’euro"

Caricamento commenti

Commenta la notizia