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Rapporto Greenitaly: Italia prima in riciclo, indietro sulle rinnovabili

Symbola-Unioncamere, solo 1 impresa su 3 fa investimenti green

In fatto di green economy, l’Italia è prima della classe in economia circolare, scarsa in rinnovabili, poco propensa agli investimenti sull'ecologia. E’ quanto emerge dalla 14/a edizione del rapporto Greenitaly di Fondazione Symbola e Unioncamere. Il nostro Paese ricicla l’83,4% dei rifiuti, più della media Ue e di Francia e Germania. Ma nel 2022 ha installato solo 3 gigawatt di nuova potenza rinnovabile. E solo 1 impresa su 3 ha effettuato eco-investimenti nel quinquennio 2018-2022. Il tasso di riciclo italiano dei rifiuti (urbani e speciali), 84,3%, supera di oltre 30 punti la media della Ue (52,6%), ed è ben superiore a tutti gli altri grandi Paesi europei, come Francia (64,4%), Germania (70%), Spagna (59,8%). L’Italia è uno dei pochi Paesi dell’Unione che dal 2010 al 2020 (nonostante un tasso di riciclo già elevato) ha migliorato le sue prestazioni: +10 punti percentuali, contro una media Ue di 6 punti. Il Belpaese vanta un’esperienza secolare nel riutilizzare le poche risorse nazionali, e questo spiega la sua eccellenza nell’economia circolare moderna.

«Abbiamo il giacimento di materie prime migliore d’Europa: la nostra capacità di recupero e riciclo dei materiali», ha detto il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, in un videomessaggio alla presentazione del rapporto. Ma nel settore più innovativo delle rinnovabili, l’Italia si mostra in ritardo, nonostante l’abbondanza di sole e di vento. Appena 3 gigawatt di nuova potenza installati nel 2022, mentre la Germania ne installava 11 e la Spagna 6. Colpa di una burocrazia terrificante e del disinteresse della politica, almeno finché c'era il gas russo. Ora, con la crisi energetica, le cose sono cambiate. Il governo Draghi, e poi quello Meloni, hanno semplificato le procedure di autorizzazione, e hanno rimesso in moto il settore. «Intendiamo installare 10 gigawatt all’anno», ha annunciato oggi Pichetto. Resta il fatto che le imprese italiane non eccellono per investimenti green. Solo 1 su 3 ha effettuato eco-investimenti nel quinquennio 2018-2022: 510.830 aziende, il 35,1% del totale. Gli occupati nella green economy, 3,2 milioni, sono arrivati al 13,9% degli occupati totali. Non è un dato esaltante, ma c'è un elemento positivo. Nel 2022, i contratti attivati nelle aziende dell’economia verde sono stati il 35,1% del totale, 1,8 milioni, su 5,2 complessivi. Nonostante il green sia solo 1/7 dell’economia italiana, è quello che assume di più, oltre 1/3 dei nuovi contratti.

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