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Nadia Calvino, chi è la prima donna eletta alla guida della BEI

Dalla sua creazione nel 1958, la Bei ha avuto sette presidenti, ma «tutti uomini e nessuno spagnolo», lamentava lei stessa quando ha annunciato la sua candidatura, affermando di voler diventare la prima donna a capo di questa istituzione considerata il braccio finanziario dell’UE

La ministra dell’Economia spagnola, Nadia Calvino, è stata eletta alla presidenza della Banca europea per gli investimenti (Bei). Sostituirà il tedesco Werner Hoyer dal primo gennaio 2024.

Dopo la designazione a livello politico avrà inizio il processo formale di nomina. Il Paese del candidato prescelto, in questo caso la Spagna, deve chiedere al segretariato della Bei di avviare il processo di votazione. Il primo passo è che il consiglio di amministrazione della Bei adotti una raccomandazione per la nomina di Calvino, che dovrà essere approvata a maggioranza qualificata (ancora una volta 18 Paesi che rappresentano il 68% del capitale). La raccomandazione arriverà poi al consiglio dei governatori della Bei, composto dai ministri delle Finanze, che dovrà dare il via libera con la stessa maggioranza qualificata, ufficializzando così la nomina.
Il consiglio di amministrazione della Bei si riunirà mercoledì prossimo, ha riferito il ministro belga, che non ha specificato quanto potrebbe durare il processo formale di nomina ma ha insistito sul fatto che deve concludersi in tempo affinchè il nuovo presidente entri in carica il primo gennaio 2024.
Se la nomina sarà confermata, Calvino presiederà l’istituzione per un mandato di sei anni rinnovabile e riceverà un compenso identico a quello della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ammonta a circa 370 mila euro all’anno.

«Abbiamo raggiunto un consenso sulla candidatura di Nadia Calvino come prossimo presidente della Bei», ha annunciato il ministro delle Finanze belga Peter Van Peteghem, il cui Paese ha guidato il processo di selezione da presidente di turno del consiglio dei governatori della Bei.
La decisione, adottata dai ministri dell’Economia e delle Finanze, dovrà ancora essere confermata formalmente nei prossimi giorni dal consiglio di amministrazione e dal consiglio dei governatori della Bei, di cui sono membri i ministri stessi. «L'appoggio dei ministri delle Finanze alla nostra candidatura è un’ottima notizia. E’ la prima volta che la Spagna guiderà la Banca europea per gli investimenti, un’istituzione fondamentale per l’economia europea», ha sottolineato Calvino nelle dichiarazioni alla stampa dopo la nomina. «Questa nomina conferma l’apprezzamento, il rispetto e la leadership della Spagna nell’arena europea e internazionale che abbiamo ottenuto con il duro e intenso lavoro degli ultimi anni», ha aggiunto.

Calvino ha prevalso nella corsa alla presidenza della banca pubblica dell’Ue sulla vicepresidente della Commissione europea Margrethe Vestager, che ha temporaneamente lasciato l’incarico per partecipare al processo di selezione, e sull'ex ministro dell’economia italiano Daniele Franco; e due degli attuali vicepresidenti della Bei, la polacca Teresa Czerwinska e lo svedese Thomas Ostros.
Per il via libera è necessario il voto favorevole di almeno 18 Stati membri dell’Ue che rappresentano il 68% del capitale della banca, il che in pratica significa avere il sostegno di almeno due dei tre grandi partner europei, Germania, Francia e Italia.

Nadia Calvino: ritratto della nuova presidente Bei

Scelta per guidare la Banca europea per gli investimenti (BEI), la ministra dell’Economia spagnola Nadia Calvino rappresenta una perfetta sintesi tra un tecnocrate fine conoscitore dei meccanismi della Commissione Ue e un politico pragmatico a suo agio nelle lotte di potere.

Dalla sua creazione nel 1958, la Bei ha avuto sette presidenti, ma «tutti uomini e nessuno spagnolo», lamentava lei stessa quando ha annunciato la sua candidatura, affermando di voler diventare la prima donna a capo di questa istituzione considerata il braccio finanziario dell’UE. E ci è riuscita: nominata dai ministri europei dell’Economia e delle Finanze ha avuto la meglio sulla danese Margrethe Vestager e l’italiano Daniele Franco, e succederà così al tedesco Werner Hoyer, il cui secondo mandato di sei anni scade alla fine dell’anno.

Un traguardo che la consolida sulla scena internazionale da quando, cinque anni fa, entrò in politica imponendosi subito come peso massimo nel governo spagnolo di sinistra, dove rappresenta l’ala liberale, garante dell’ortodossia di bilancio di fronte alla sinistra radicale.

Figlia dell’avvocato Josè Marìa Calvino Iglesias, nominato responsabile della televisione pubblica da un governo socialista all’inizio degli anni Ottanta, Nadia Calvino è nata nel 1968 a La Coruna, città portuale della Galizia (Spagna nord-occidentale), ma è cresciuta a Madrid, dove ha studiato economia e poi legge. Dopo la laurea, ha ricoperto posizioni di rilievo nel Ministero dell’Economia sia sotto il primo ministro conservatore Josè Marìa Aznar che sotto quello socialista Josè Luis Rodrìguez Zapatero. Conoscendo bene l’inglese, il francese e il tedesco (da giovane ha lavorato come interprete per pagarsi gli studi) nel 2006 si è trasferita a Bruxelles, dove è stata direttore generale per il bilancio presso la Commissione europea.

La sua carriera politica è decollata nel 2018 quando Pedro Sànchez, appena nominato Primo Ministro, le offrì il Ministero dell’Economia, con lo status di Vicepresidente del Governo. Il suo compito non è stato facile ma è riuscita a portare l’economia spagnola fuori da una crisi che sembrava senza ritorno: nel 2022 il Pil ha registrato una crescita del 5,5% mentre l’inflazione è tra le più basse dell’eurozona (3,2% annuo a novembre). Non riuscì però nel 2020 a prendere il timone dell’Eurogruppo anche se nel dicembre 2021 venne scelta per presiedere il Comitato monetario e finanziario del Fmi. Considerata un osso duro nelle trattative, ha un debole: il cinema degli anni '50, nonché le spille animalier che ama sfoggiare sui suoi rigorosi completi. E ama trascorrere il tempo libero con la sua famiglia numerosa, visto che ha ben quattro figli.

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