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Ue, ancora trattative sul Patto di Stabilità. Gentiloni: "L'intesa è vicina, accordo in pochi giorni"

L'accordo dovrebbe essere raggiunto entro la fine dell’anno: fisserà regole coerenti e riconoscerà l’importanza degli investimenti e delle riforme

epa10466112 Sweden Minister for Finance of Sweden Elisabeth Svantesson (C) chats with Valdis Dombrovskis (L), Executive Vice President of the European Commission for An Economy that Works for People and European Commissioner for Trade, and European Commissioner for Economy Paolo Gentiloni (R) at the start of an Economic and Financial Affairs Council (Ecofin), European Finance Ministers meeting in Brussels, Belgium, 14 February 2023. EPA/OLIVIER HOSLET

E’ stallo alla cena dell’Ecofin sulla riforma del Patto di stabilità e crescita. I lavori sono ripresi - a mezzanotte - dopo una pausa di oltre due ore per nuove limature al testo di compromesso presentato dalla presidenza spagnola di turno del Consiglio Ue. La prima versione sembra scontentare tutti. L’intesa - racconta chi era presente in sala - sembrava tutt'altro che vicina. E’ in salita, senza tirare fuori percentuali che potrebbero essere ben più basse rispetto a quelle espresse agli arrivi all’Eurogruppo. Nessun Paese si è detto apertamente soddisfatto del testo presentato (ma d’altronde l’ex vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans, diceva che un compromesso è buono quando scontenta tutti perchè ciascuno deve rinunciare a qualcosa). Si tratta su numeri ma anche di approcci.

Il ministro dell’Economia italiano, Giancarlo Giorgetti - a quanto si apprende - ha ribadito la sua posizione: «Non si può dire che l’Italia non è d’accordo sul nuovo Patto. L’Italia è favore di un rientro dal debito con un aggiustamento serio e sostenibile. Rigoroso ma sostenibile». Nella sostanza per il titolare del Mef, «le regole fiscali devono essere coerenti con gli obiettivi politici che ci siamo dati nei nostri Paesi e in Europa». Nello specifico, nell’ultima bozza viene richiesto un taglio medio minimo del debito pari all’1% annuo per i Paesi con un rapporto debito/Pil superiore al 90% del Pil (0,5% per quelli con debito sopra il 60%) e stabiliscono l’obiettivo di ridurre il deficit all’1,5% come margine di sicurezza.

Il ministro francese, Bruno Le Maire, chiede in particolare che, nel caso dei Paesi che si impegnano a realizzare una serie di investimenti e riforme, l’aggiustamento strutturale venga ridotto dallo 0,5% allo 0,3% del Pil, ma il suo omologo tedesco Christian Lindner non vede favorevolmente l’opzione. «I deficit eccessivi devono avere un trattamento differenziato, serve più ambizione per combattere i deficit eccessivi"; ha affermato al suo arrivo alla riunione, riconoscendo il punto di divergenza con il collega francese nonostante Parigi e Berlino siano d’accordo sul 90% del testo. Gli Stati membri restano inoltre divisi sull'indicatore con cui verrà misurato l’aggiustamento del deficit: attualmente si prende il deficit strutturale, ma l’Italia (tra gli altri) chiede che venga utilizzato il deficit strutturale primario, che esclude il pagamento degli interessi sul debito.

Giorgetti, nel corso della cena Ecofin per la discussione del Patto di stabilità ha ribadito alcuni dei concetti già espressi negli ultimi giorni, a partire da quanto ha detto nell’intervento in commissione bilancio di Camera e Senato martedì. Ha segnalato ad esempio che le regole fiscali devono essere coerenti con gli obiettivi politici dei Paesi e più in generale europei, previsti anche dal Pnrr, con la transizione verde e digitale e con la difesa. Secondo il ministro la riduzione del debito deve essere graduale, realistica e sostenibile. Giorgetti ha poi espresso apprezzamento per le parole della Francia che ha sottolineato l’importanza di avere flessibilità nelle regole. Una assonanza con la posizione dell’Italia è emersa nell’intervento della Finlandia, con la ministra Riikka Purra, che si sarebbe espressa a favore di un’estensione del rientro del debito da 4 a 7 anni e rispetto all’idea che ogni paese deve prendere ulteriori impegni dopo la scadenza del Pnrr nel 2027.

"Penso che abbiamo avuto una discussione positiva, con progressi sostanziali. Lo sforzo era di trovare il giusto equilibrio tra crescita e stabilità. Ovviamente con le salvaguardie e la necessità di trovare spazio per gli investimenti e la crescita. Credo che abbiamo fatto molti progressi ma la missione non è ancora compiuta. Serve quindi ulteriore lavoro nei prossimi giorni ma sono abbastanza ottimista che nei prossimi giorni possa essere raggiunto l’accordo» ha dichiarato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, al suo arrivo alla riunione dell’Ecofin.

Le consultazioni nella notte sono state interrotte «perchè erano le 3 del mattino e servivano anche dei pareri legali» necessari per un documento legislativo di questa portata.

«Possiamo essere sufficientemente fiduciosi che ci sia un accordo entro fine anno», ha sottolineato. a delle regole di bilancio europee, in particolare grazie alla Presidenza spagnola. Un accordo in seno al Consiglio dovrebbe essere raggiunto entro la fine dell’anno. Questo accordo fisserà regole coerenti e riconoscerà l’importanza degli investimenti e delle riforme. Continuiamo!» ha dichiarato il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire dopo la cena Ecofin conclusa a poco prima delle 4 di questa notte sulla riforma del Patto di stabilità.

«Speriamo di concludere» sulla riforma del Patto di stabilità «nei prossimi giorni e, se necessario, convocheremo anche una riunione straordinaria dell’Ecofin in modo da poter concludere un accordo politico entro la fine dell’anno» ha detto la vicepremier spagnola Nadia Calvino, alla presidenza di turno dell’Ue arrivando alla riunione dell’Ecofin a Bruxelles.

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