Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Ambiente, la lettera dell'Opec scuote la Cop 28 ed è polemica

Come un fulmine a ciel sereno, la lettera dell’Opec alla Cop28 ha scatenato un vero putiferio. A insorgere non solo gli attivisti, ma anche la stessa Unione Europea, assieme ai governi spagnolo e francese, ha respinto senza appello la dura posizione del cartello di Vienna. La scintilla è stata innescata dal Segretario Generale dell’OPEC, Haitham Al Ghais, che ha inviato una lettera ai 13 membri del gruppo e ai 10 alleati guidati dalla Russia, dopo che i negoziatori, durante i colloqui di Dubai, hanno reso nota una bozza di accordo che includeva la richiesta di eliminare gradualmente i combustibili fossili (carbone, petrolio, gas), principali cause del riscaldamento globale. Nel testo della lettera, l’organizzazione di Vienna ha avvertito con «massima urgenza» i Paesi membri che «la pressione contro i combustibili fossili potrebbe raggiungere un punto di svolta con conseguenze irreversibili». E quindi visto che una «eliminazione graduale dei combustibili fossili» resta sul tavolo dei negoziati al vertice delle Nazioni Unite sul clima, l’Opec ha esortato gli Stati petroliferi a «rifiutare proattivamente qualsiasi testo o formula che abbia come obiettivo l’energia, cioè i combustibili fossili, piuttosto che le emissioni». L’Opec insomma teme che la Cop28 possa rappresentare un punto di svolta contro il petrolio e il gas, che a loro dire «mettono a rischio la prosperità e il futuro del nostro popolo». 
L’Opec, fondata nel 1960 da Arabia Saudita, Venezuela, Iraq, Iran e Kuwait, ha registrato negli anni l’adesione di Libia, Emirati Arabi Uniti, Algeria, Nigeria, Ecuador, Gabon, Angola, Guinea Equatoriale e Repubblica del Congo: al 2019 sono così 14 gli Stati membri, che possiedono l’80% delle riserve petrolifere globali e che hanno prodotto circa il 40% del petrolio mondiale nell’ultimo decennio.
La ministra spagnola per la transizione ecologica, Teresa Ribera, ha definito la lettera dell’Opec «ripugnante». La ministra francese dell’Energia Agnes Pannier-Runacher si è detta «sbalordita» mentre l’Unione Europea ha fatto sapere che si batterà fino all’ultimo momento affinchè il vertice sul clima di Dubai si concluda con un accordo chiaro sull'inizio dell’eliminazione dei combustibili fossili perchè, secondo i suoi rappresentanti, la scienza dice che «non esiste alternativa» per affrontare il riscaldamento climatico. Il rappresentante della presidenza, la ministra della transizione ecologica, Teresa Ribera si dice convinta che «vale la pena lottare e far capire che è molto difficile creare le condizioni per questo investimento massiccio e al ritmo di cui abbiamo bisogno se continuiamo a parlare in modo vago».
La lettera è stata inviata anche agli Emirati Arabi Uniti, altro membro dell’Opec, che ospita la Cop28. Più di 100 Paesi vogliono che la decisione finale della Cop28 chieda l’eliminazione graduale dei combustibili fossili. Questo sarebbe un segnale forte che la fine dell’era del carbone, del petrolio e del gas è arrivata e contribuirebbe a promuovere i tagli necessari e urgenti che gli scienziati hanno chiarito essere necessari. Le emissioni di carbonio derivanti dalla combustione di combustibili fossili sono la causa principale della crisi climatica. Le emissioni sono ancora in aumento, ma devono diminuire di quasi la metà entro il 2030 e arrivare a zero entro il 2050 per avere una possibilità di mantenere il riscaldamento globale entro il limite di 1,5 gradi concordato a livello internazionale.

Caricamento commenti

Commenta la notizia