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Irpef: il 42% dei contribuenti paga il 91% dell'imposta totale

L'ultimo rapporto sulla economia sommersa e l'evasione fiscale ha rivelato un miglioramento significativo nel 2021. Si è registrata una riduzione delle entrate fiscali mancate, con una diminuzione del 3,1% rispetto al 2020, totalizzando 83,6 miliardi di euro. I dati sono stati elaborati dalla Commissione ministeriale presieduta da Alessandro Santoro, ordinario di Scienza delle Finanze all’Università Milano Bicocca.

Riduzione del 'Tax Gap'

Secondo Il Corriere della Sera, il 'tax gap' è diminuito, passando dal 21% nel periodo 2016-2020 al 15,3% nel 2021. Tuttavia, l'ammontare mancato rimane considerevole, equivalente a tre manovre di bilancio. Il "Tax Gap" è una misura finanziaria che indica la differenza tra le tasse che dovrebbero essere raccolte da un governo e quelle che vengono effettivamente raccolte. In altre parole, rappresenta l'ammontare di entrate fiscali perse a causa di evasione fiscale, elusione fiscale, errori nella dichiarazione delle tasse, ritardi nei pagamenti o inefficienze nella riscossione delle tasse.

Fuga dall'Irpef tra i contribuenti

Emergono preoccupazioni riguardo alla tendenza dei contribuenti italiani a sottrarsi dall'Irpef. Tale fenomeno è attribuito alla combinazione di regimi forfettari speciali e provvedimenti favorevoli, particolarmente nei confronti di lavoratori autonomi e piccole imprese. Di conseguenza, l'Irpef grava maggiormente su dipendenti e pensionati.

Distribuzione del carico fiscale

L'esame dei dati fiscali rivela che una porzione minoritaria dei contribuenti, corrispondente al 42%, è responsabile per il versamento di ben il 91% dell'intero gettito dell'IRPEF. Allo stesso tempo, si osserva che il 54% dei contribuenti, aventi redditi medi annuali inferiori ai 10.000 euro, apporta un contributo minimo all'IRPEF totale. Questo evidenzia una significativa disparità nella distribuzione del peso fiscale tra i vari segmenti di contribuenti.

La Metafora dell'Irpef come "groviera"

Alessandro Santoro descrive l'Irpef come una "gigantesca groviera", evidenziando le numerose lacune che minacciano il suo ruolo fondamentale nel sistema fiscale italiano, indispensabile per garantire equità.

Storia dell'Irpef e riforme

Dal 1974, anno della sua introduzione, l'Irpef ha subito vari cambiamenti. La massima aliquota iniziale era del 72% e non prevedeva detrazioni per oneri, un tasso poi ridotto significativamente nel corso degli anni.

Impatto della globalizzazione e paradisi fiscali

La globalizzazione ha accentuato l'esportazione di capitali italiani all'estero per evitare il fisco, con stime che indicano almeno 200 miliardi di dollari in paradisi fiscali.

Disuguaglianza e sistema fiscale

Uno studio di Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e Università di Milano-Bicocca ha evidenziato una regressività nel sistema fiscale italiano, con l'1% più ricco che paga proporzionalmente meno tasse rispetto al 99% dei contribuenti.

Differenze nella tassazione per tipo di reddito

Il carico fiscale si distribuisce in modo diseguale, con lavoratori dipendenti e pensionati che pagano proporzionalmente più tasse rispetto a chi percepisce redditi da locazioni immobiliari o finanziari.

Ridistribuzione della ricchezza e tassazione

Il documento rileva un calo significativo nel reddito del 50% più povero degli italiani, in particolare tra i giovani, e sottolinea la necessità di un dibattito sulla riforma del sistema fiscale, al fine di ridurre le disuguaglianze e promuovere una distribuzione più equa del carico fiscale.

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