Le associazioni dei consumatori accolgono con favore il calo dei tassi sui mutui rilevato dalla Banca d’Italia per il mese di gennaio, ma avvertono che le famiglie restano comunque sotto pressione. Per il Codacons l’inversione di rotta sui tassi è sicuramente un segnale positivo ma «le politiche rialziste imposte dalla Bce negli ultimi due anni continuano ad avere effetti pesanti sui costi dei mutui a carico delle famiglie italiane». E calcola che a gennaio il rincaro della rata mensile è arrivato fino a 454 euro rispetto al 2021. In particolare, in base ad una elaborazione realizzata dallo stesso Codancons a gennaio 2024 sui siti di comparazione specializzati in mutui, per un finanziamento a tasso variabile dell’importo di 150mila euro con durata di 30 anni per l’acquisto della prima casa, la migliore offerta sul mercato prevedeva una rata mensile da 767 euro, contro i 442 euro del mese di settembre 2021, con un maggior esborso annuo di 3.900 euro. Per un mutuo da 100.000 euro a 25 anni la migliore offerta di gennaio presentava una rata da 557 euro contro i 346 euro di settembre 2021 (+2.532 euro annui). E per un mutuo da 200mila euro a 20 anni la rata mensile è salita a gennaio di 454 euro rispetto al 2021 (da 858 euro a 1.312 euro), con un impatto annuale pari a +5.448 euro. Il calo del tasso di interesse sui mutui per l’acquisto di abitazioni al 4,38% a gennaio dal 4,82% di dicembre, secondo i dati pubblicati da Bankitalia, per i consumatori è «acqua Paola" afferma la presidente di Adoc Anna Rea. E parla di «cali delle rate di poco conto che non risolvono i problemi delle persone ancora sotto pressione» poiché, spiega, il livello dei tassi rimane comunque elevato, la discesa ancora molto lenta e l'acquisto di una casa impegnativo per molte famiglie. Più ottimista invece l’Unione nazionale dei consumatori. "Bene, prosegue il percorso in discesa dei tassi. Dopo il picco raggiunto a novembre, quando il Taeg era arrivato al 4,92 per cento, da due mesi si assiste a una flessione e si ritorna ai livelli di marzo 2023, quando ea appena sotto, a 4,36» afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unc. "Un primo segnale positivo che dipende dal fatto che la Bce ha interrotto in ottobre i rialzi dei tassi di riferimento, dopo 10 aumenti consecutivi. Un sospiro di sollievo per le famiglie con mutui a tassi variabili» conclude Dona.