L'inquinamento da contante pesa sull'Italia: con 2,7 kg di CO2 pro capite generati dai pagamenti in contanti, il nostro Paese si posiziona al secondo posto in Europa, dopo la Germania, per l'impatto ambientale di questa modalità di pagamento. Lo rivela il Sole24Ore.
Un problema con ricadute ambientali ed economiche: Lo studio di The European House – Ambrosetti evidenzia come il pagamento cashless abbia un'impronta di carbonio inferiore del 21% rispetto al contante. Non solo: l'80% degli esercenti italiani dichiara di aver registrato un aumento delle vendite con l'introduzione dei pagamenti digitali.
L'Italia a due velocità: Se da un lato 8 esercenti su 10 accettano pagamenti digitali, dall'altro emerge un divario Nord-Sud: la dipendenza dal contante e la resistenza al cambiamento sono più marcate nelle regioni del Mezzogiorno.
Cultura digitale e formazione: Il 60% degli esercenti italiani non valorizza i dati dei propri clienti e il 26% non utilizza il web per la propria attività. A ciò si aggiunge la carenza di competenze digitali: quasi il 50% degli intervistati non le ritiene necessarie.
Nuove frontiere: Cresce l'utilizzo del Buy Now Pay Later (BNPL), con il 40% degli utenti online che ha utilizzato questa modalità di pagamento nel 2023. Il 60% di questi utenti dichiara che non avrebbe finalizzato l'acquisto senza il BNPL.
Serve un cambio di passo: Per accelerare la transizione verso una società senza contanti, è necessario un impegno congiunto di istituzioni, aziende e cittadini. Incentivi, formazione e campagne di sensibilizzazione possono contribuire a colmare il divario digitale e a superare le resistenze culturali.
Perché il contante inquina di più?
L'inquinamento associato al contante deriva da diverse fasi del suo ciclo di vita:
Produzione:
- Estrazione delle materie prime: Le monete sono generalmente composte da rame, nichel e acciaio, la cui estrazione richiede un consumo significativo di energia e risorse naturali, con conseguenti emissioni di gas serra e danni ambientali.
- Produzione delle banconote: La carta utilizzata per le banconote è ricavata dalla cellulosa, che richiede l'abbattimento di alberi e un processo di produzione energivoro.
Trasporto:
- Distribuzione: Il trasporto di denaro contante, sia in monete che in banconote, avviene tramite mezzi blindati che consumano carburante e producono emissioni di CO2.
- Gestione presso gli sportelli automatici: Il funzionamento degli sportelli automatici richiede energia elettrica, con un impatto ambientale non trascurabile.
Smaltimento:
- Banconote usurate: Le banconote deteriorate vengono ritirate e distrutte, con un ulteriore consumo di risorse e un impatto ambientale.
Confronto con i pagamenti digitali:
I pagamenti digitali, come carte di credito e debito, e-wallet e bonifici online, hanno un'impronta di carbonio inferiore rispetto al contante. Questo perché:
- Non richiedono la produzione e il trasporto di denaro fisico.
- Utilizzano sistemi elettronici già esistenti.
- Le transazioni sono spesso dematerializzate, non necessitando di scontrini o ricevute cartacee.
Tuttavia, anche i pagamenti digitali non sono completamente privi di impatto ambientale:
- Produzione e utilizzo di dispositivi elettronici: La produzione di carte, smartphone e altri dispositivi necessari per i pagamenti digitali richiede l'utilizzo di risorse e genera emissioni.
- Data center: L'elaborazione delle transazioni digitali avviene in data center che consumano grandi quantità di energia.
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