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Nomine alla Cassa depositi e prestiti alla stretta, carte restano coperte

Cassa depositi e prestiti

Ultime ore per collocare le tessere del complicato mosaico del rinnovo delle cariche di Cassa depositi e prestiti. Dopo 4 appuntamenti andati a vuoto la convocazione di domani alle 15 potrebbe essere quella buona per definire la lista di consiglieri che dovrebbe essere approvata dall’assemblea e formare il nuovo cda. Salvo comunque soprese dell’ultim'ora. Cassa, si fa notare, è un delicatissimo snodo di sistema e l’individuazione dei nomi giusti è essenziale non solo sotto il profilo politico ma anche per lo standing del ruolo: tutte le caselle devono andare al posto giusto.

Dovrebbe quindi essere confermata la strada individuata che permetterà di allargare ad 11 i membri del cda con una lista di 16 membri che includa anche la gestione separata. Questa soluzione consentirà così di rispettare le indicazioni sulle quote di genere, a cui Cdp non è sottoposta per legge non essendo quotata ma il cui mancato rispetto avrebbe rappresentato un brutto passo indietro sul fronte delle azioni positive per la parità.

Trovata la probabile soluzione su questo fronte, però si tratta ancora sui nomi. E qui la faccenda è proprio complessa perchè nelle ultime ore anche qualcuno di quelli che sembravano acquisiti, sono usciti di scena. A sorpresa. Vale almeno per Lucia Calvosa: sembra proprio confermata l’anticipazione di Repubblica che la vede fuori dalla rosa di nomi indicati dalle fondazioni in cui era data per certa fino a poco fa. Alle fondazioni spetta, nella lista unica con il Tesoro, l'indicazione di tre nomi più uno che si aggiungerebbe se verrà rispettata la modifica dello statuto prospettata da approvare domani con un’assemblea straordinaria convocata prima dell’ordinaria.

Sembrano ancora saldi i nomi del presidente Giovanni Gorno Tempini e del consigliere Luigi Guiso, così come sembrerebbe certo che rimanga al suo posto l’ad Dario Scannapieco. Se ne dovranno trovare altri due, e di donne. Le indicazioni ci sarebbero. Il Mef poi nei giorni scorsi ha ricordato che il direttore del Tesoro Riccardo Barbieri Hermitte e quello della Ragioneria Biagio Mazzotta (che ha poi delegato a Pier Paolo Italia) entrano a far parte di diritto nel board della gestione separata di Cdp mentre ha escluso le voci ripetutamente circolate e non ancora spente di una presenza di Marcello Sala, direttore generale del ministero.

Nella difficile quadratura del cerchio della politica entrano anche i nomi da sostituire del presidente dell’Anci Decaro che è del Pd, ora diventato parlamentare europeo, e di Michele de Pascale, anche lui Pd, ora candidato alla presidenza dell’Emilia Romagna e che sottolinea di aver messo a disposizione di Cdp tre tecniche e tecnici «dall’ indiscutibile competenza professionale».

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