Venerdì 22 Novembre 2024

Giorgetti: rendite del catasto più alte per chi ha usato superbonus 110% e bonus edilizi

Rivedere le rendite catastali per chi ha riqualificato la propria casa con l’aiuto dei bonus edilizi. C'è anche questa tra le riforme che l’Italia ha inserito nel Piano strutturale di bilancio che presenterà all’Europa. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti la cita, un pò a sorpresa - visto che il catasto è da sempre un tabù per il centrodestra - illustrando il Psb in Parlamento. È un’occasione per ribadire la linea del realismo e della prudenza sui conti pubblici, ma anche per confermare il quadro già paventato dalla Banca d’Italia e dall’Upb: dopo la revisione dell’Istat, difficilmente il Pil chiuderà quest’anno a +1%. Tuttavia, non si interverrà tanto con nuove tasse quanto con «tagli significativi», ma non alla sanità.

L'aggiornamento degli archivi catastali

Giorgetti cita le rendite catastali en passant nel lungo elenco di riforme che l’Italia propone all’Europa per ottenere l'allungamento da 4 a sette anni del periodo di aggiustamento. Nel capitolo fiscale, spunta «l'aggiornamento degli archivi catastali», sulle case fantasma e «con valori catastali rivisti» per immobili riqualificati con l’aiuto dei fondi pubblici. Rispondendo poi all’allarme sollevato da Antonio Misiani, che parla di notizia «dirompente», Giorgetti puntualizza: «non si tratta di fare l’aggiornamento a valori di mercato che la Commissione europea ci ha chiesto, si tratta soprattutto di precisare una norma della scorsa legge di bilancio che chi fa ristrutturazioni edilizie è tenuto ad aggiornare i dati catastali. Andremo a verificare che l’abbia fatto».

Stabilità della finanza pubblica e riduzione del debito

Chiudendo il ciclo di audizioni sul Psb, che domani sarà sottoposto al vaglio dell’Aula di Camera e Senato, Giorgetti presenta il Piano come un documento «ambizioso ma realistico», che cade in un momento in cui i conflitti in corso aumentano l'incertezza. «Stabilità della finanza pubblica» e «prudenza» sono le parole d’ordine di Giorgetti, che ha messo a punto un quadro che consentirà di ridurre lo stock del debito pubblico, una «necessità ineludibile». Inoltre, il profilo di aggiustamento permetterà all’Italia di uscire dalla procedura per deficit eccessivo nel 2027.

Previsioni per la crescita del 2024

Sulla crescita del 2024 però, i timori espressi dalla Banca d’Italia e dall’Upb trovano conferma nelle parole del ministro. La recente revisione delle stime Istat, che «hanno comportato una correzione meccanica al ribasso della crescita acquisita per il 2024», rende più difficile il conseguimento di una variazione annuale del Pil reale dell’1% per l’anno in corso. Confermati invece gli obiettivi per il 2025 e 2026.

Sacrifici, nuove tasse e tagli alla spesa

Giorgetti torna anche sulla recente intervista sui «sacrifici» che hanno agitato i mercati. «Le Borse sono crollate ma in tutta Europa», precisa, rassicurando sui timori di nuove tasse: «Più che aumentare le tasse, taglieremo le spese, tranne la spesa sanitaria su cui ci impegniamo a mantenere l’incidenza sul Pil». E anche sulle accise prova a calmare gli animi: le misure saranno «graduali», e l’obiettivo è evitare «contraccolpi» per le categorie già in difficoltà.

La manovra imminente

Il ministro prepara intanto la manovra, che arriverà nelle prossime settimane, con risorse derivanti dagli spazi in deficit e coperture specifiche: saranno confermati il taglio del cuneo fiscale, l’Irpef a tre aliquote strutturali, oltre alle misure per la natalità e le famiglie numerose, i contratti della Pa e la sanità. Sarà inoltre superato l’impatto del taglio contributivo sulle pensioni, temuto da Bankitalia.

Reazioni dell’opposizione e risposte del governo

La linea del ministro, che in audizione cita Keynes e anche Battisti, però non convince le opposizioni. Il Pd parla di piano debole, lacunoso e generico; il M5s comprende il «nervosismo» del ministro che, gli fa eco sempre con Battisti, «guida a fari spenti nella notte». Avs parla di un piano improntato «all’austerità». A far ben sperare per possibili nuove risorse per la manovra, intanto, è l’andamento delle entrate tributarie. Nei primi otto mesi, il gettito nelle casse dello Stato supera i 380 miliardi, con un aumento di 23,341 miliardi (+6,5%). Peggiorano invece le aspettative delle imprese sulla situazione economica: i giudizi nel terzo trimestre sono cauti, evidenzia la Banca d’Italia, mentre «peggiorano» le valutazioni sull'andamento della domanda e le attese per il prossimo trimestre risultano «meno positive».

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