In vista della manovra si confermano gli interventi in favore dei redditi medio bassi e delle famiglie con figli. E’ quanto si apprende da ambienti del Mef. Le entrate - viene spiegato - arriveranno soprattutto da tagli e razionalizzazione delle spese e si conferma che non ci sarà aumento di tasse per le persone e le aziende. Dalla conferma del taglio del cuneo fiscale e dell’accorpamento delle aliquote Irpef al pacchetto natalità. Spending review nei ministeri ma anche un contributo da parte delle banche. Ecco i punti chiave della manovra che dovrebbe pesare tra i 23 e i 25 miliardi dei quali 9 in deficit.
CUNEO FISCALE E SCAGLIONI IRPEF
- Conferma del taglio del cuneo per che dovrebbe diventare strutturale così come l’Irpef a tre aliquote. Sono i due punti ferma della manovra da circa 25 miliardi il cui schema approderà domani in Consiglio dei ministri. Secondo alcune anticipazioni per quanto riguarda il taglio del cuneo l’azione potrebbe essere doppia. Dal prossimo anno il taglio potrebbe rimanere contributivo per i redditi fino a 20mila euro, per poi trasformarsi in fiscale, con un aumento delle detrazioni per il lavoro dipendente fino a 35mila euro. A quel punto partirebbe un decalage, piuttosto rapido, fino a 40mila euro. Questo eviterebbe uno scalone. Se i fondi in arrivo dal concordato preventivo e dal ravvedimento collegato saranno sufficienti il governo potrebbe poi ridurre l’aliquota Irpef intermedia, che va fino a 50mila euro di reddito, da 35 a 33 punti
PACCHETTO NATALITA'
- E’ l’altro piatto forte della manovra che dovrebbe prevedere un sostegno alla natalità e alle famiglie attraverso lo strumento dell’assegno unico o con detrazioni mirate alle fasce più deboli. Tra le misure che vengono date per scontate l’estensione alle autonome della decontribuzione per le mamme lavoratrici con due o tre figli.
SPENDING REVIEW
- Questo capitolo dovrebbe portare in dote alla manovra almeno 3 miliardi con i ministeri che dovranno comunicare dove intendono risparmiare. Tagli che dovrebbero comunque essere gestibili in modo flessibile dai singoli dicasteri. Alla revisione della spesa dovrebbero partecipare anche gli Enti locali e i Comuni.
SANITA'
- Non sarà, in ogni caso, tagliata la spesa sanitaria, su cui il governo si è impegnato a mantenere l’incidenza sul Pil. Il ministro Schillaci si è detto fiducioso che rispetto ai 5 miliardi stanziati nella legge di bilancio dello scorso anno, potrebbe esserci un aumento intorno ai 2 miliardi. Qualche indiscrezione ipotizza fino a 3 miliardi.
CONTRIBUTO DELLE BANCHE
- Fondi freschi alla Legge di Bilancio dovrebbero arrivare da un contributo di solidarietà da parte degli istituti bancari più grandi ma che non è escluso, possa riguardare anche altri settori come quello delle imprese energetiche o le assicurazioni. La trattativa con le banche è in corso. Sembra escluso un aumento dell’Ires e dell’Irap, mentre sul tappeto spunta un contributo sulle somme portate ad aumento patrimoniale (e quindi non distribuiti come dividendi) ma si è ipotizzato anche un intervento di slittamento delle Dta (le imposte differite attive) e sulle stock option date ai manager.
IL NODO DELLE ACCISE
- La legge di bilancio dovrebbe contenere, come previsto nel piano strutturale di bilancio, la norma ribadita anche dal ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin, per correggere il disallineamento fra le accise di benzina, più alte, e diesel, più basse, ed evitare l’infrazione europea.
CASA E BONUS RISTRUTTURAZIONE
- L’obiettivo al quale si lavora è quello di garantire per un altro anno il bonus ristrutturazioni al 50%. Evitando così che da gennaio l'agevolazione fiscale scenda al 36%.
PENSIONI
- Nulla da fare per riforme strutturali su questo fronte ma si lavora, comunque, per confermare la piena indicizzazione delle pensioni rispetto all’inflazione. E un aumento delle pensioni minime. Tra le ipotesi circolate c'è anche quella di un perfezionamento del cosiddetto bonus Maroni, con incentivi a chi sceglie di rimanere al lavoro anche avendo i requisiti per il pensionamento.
CONTRATTI DELLA P.A.
- Come ha confermato il ministro Giancarlo Giorgetti la manovra stanzierà anche le risorse per il rinnovo dei contratti pubblici per il 2025-27.