Giovedì 21 Novembre 2024

Fmi rivede al ribasso la crescita dell’Italia: Pil in calo e debito in aumento

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica per l’Italia, con un PIL previsto in aumento dello 0,7% nel 2024 e dello 0,8% nel 2025. Questa revisione implica un leggero taglio dello 0,1% rispetto alle stime di luglio per l’anno successivo. La situazione risulta particolarmente critica per la Germania, per la quale il Fondo prevede una crescita zero per il 2024 (-0,2 punti percentuali rispetto a luglio) e un aumento limitato allo 0,8% nel 2025.

L’impatto della crisi manifatturiera e la speranza del Pnrr

Nel suo rapporto, il FMI sottolinea la debolezza persistente del settore manifatturiero come uno dei principali fattori che frenano la crescita di Paesi come l’Italia e la Germania. Tuttavia, il Fondo prevede che l’Italia possa trovare un sostegno nella domanda interna, favorita dagli investimenti previsti nel Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Questo potrebbe fornire un impulso all’economia, nonostante la situazione complessiva rimanga fragile.

Debito pubblico e deficit: prospettive a lungo termine

Secondo il Fondo Monetario Internazionale, il debito pubblico italiano è destinato a salire al 136,9% del PIL nel 2024, rispetto al 134,6% stimato per quest’anno. Per il 2025, l’istituzione internazionale prevede un ulteriore aumento fino al 138,7%, con un trend che dovrebbe portare il rapporto debito/PIL al 142,3% entro il 2029. Parallelamente, il deficit dovrebbe diminuire gradualmente dal 4,0% nel 2024 al 3,8% nel 2025, per poi stabilizzarsi al 3,1% entro il 2029.

Tasso di disoccupazione: un miglioramento parziale per l’Italia

Il tasso di disoccupazione in Italia è atteso in diminuzione dal 7,7% nel 2023 al 7,0% nel 2024, prima di risalire lievemente al 7,2% nel 2025. Questi numeri restano al di sopra della media dell’area euro, che si prevede si attesti al 6,0% per quest’anno e al 5,8% nel 2024. Guardando agli altri Paesi europei, la Francia presenta una disoccupazione stabile intorno al 7,4% nel 2024 e al 7,2% nel 2025, mentre le situazioni più critiche restano in Spagna e Grecia, con tassi a doppia cifra: 11,6% e 10,5% rispettivamente per quest’anno, e 11,2% e 10,1% nel 2025.

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