Il Bitcoin, che ha appena superato i 100.000 dollari, è la criptovaluta più popolare ma è circondata da mistero, scandali e una reputazione ancora oscura.
Il mondo delle criptovalute è stato scosso dai fallimenti di aziende di alto profilo e dalla caduta di alcuni imprenditori famosi. Changpeng Zhao, che era a capo di Binance, la più grande piattaforma di criptovaluta, è stato condannato negli Stati Uniti a quattro mesi di carcere per aver violato le leggi antiriciclaggio. «Non desidero essere di nuovo amministratore delegato. Ma certamente non mi dispiacerebbe la grazia», ha scritto Zhao questa settimana in un messaggio su X chiedendo clemenza a Donald Trump quando entrerà in carica a gennaio.
Il principale rivale di Binance, FTX, ha dichiarato bancarotta alla fine del 2022 e il suo fondatore, Sam Bankman-Fried, è stato condannato a marzo a 25 anni di prigione per frode e cospirazione. Il suo crollo ha offuscato la reputazione del settore, ma il comparto ha continuato a chiedere maggiore chiarezza normativa, una richiesta guidata da Bankman-Fried.
VERSO LA RISPETTABILITA'
Oggi gli investitori in Bitcoin hanno celebrato la decisione di Trump di mettere un sostenitore delle criptovalute a capo della Securities and Exchange Commission, l’ente regolatore statunitense, rafforzando il loro ottimismo verso una maggiore benevolenza da parte della futura amministrazione verso questo settore. Sebbene gran parte dell’entusiasmo attorno al Bitcoin sia di natura speculativa, la valuta ha guadagnato una certa rispettabilità negli ultimi anni. I regolatori finanziari statunitensi hanno approvato i fondi negoziati in bitcoin a gennaio, consentendo a un pubblico più ampio di investire in questa moneta virtuale senza doverla acquistare direttamente. Nel settembre 2021, El Salvador è diventato il primo paese ad accettare il bitcoin come moneta avente corso legale, sebbene la valuta non abbia conquistato la sua popolazione. Secondo uno studio dell’Università Centroamericana, nel 2023 l’88% dei salvadoregni non l’aveva mai usato.
NUMERO LIMITATO
Bitcoin si basa sulla tecnologia blockchain, un database decentralizzato che consente di archiviare e scambiare informazioni in modo sicuro, segreto e immodificabile. Ogni transazione viene registrata in tempo reale in un registro inalterabile. I Bitcoin vengono creati (o «estratti") come «ricompensa» quando computer potenti e ad alto consumo energetico risolvono problemi complessi. I cosiddetti «minatori» convalidano le transazioni per creare bitcoin. Per evitare una crescita incontrollabile, Satoshi Nakamoto ha limitato il numero globale di monete a 21 milioni, livello che dovrebbe essere raggiunto entro il 2140. Ogni quattro anni, la ricompensa per i «minatori» viene dimezzata, rallentando il ritmo di introduzione di nuovi bitcoin sul mercato e aumentandone il valore rendendoli più scarsi.
UN CREATORE MISTERIOSO
Nei 16 anni trascorsi dall’invenzione del bitcoin, nessuno è stato in grado di identificare con assoluta certezza il suo fondatore. Tutto ebbe inizio nell’ottobre del 2008, quando un «libro bianco» di nove pagine attribuito a un certo Satoshi Nakamoto presentò i principi di questa valuta virtuale che «consentirebbe di effettuare pagamenti online da un istituto finanziario all’altro senza passare per le istituzioni finanziare».
L'idea era quella di sfuggire al controllo delle banche centrali, tradizionalmente le uniche istituzioni in grado di creare moneta. Ma Satoshi Nakamoto è un nome vero? Uno pseudonimo? Una squadra di persone? Ci sono diverse teorie, ma il mistero persiste. Uno scienziato informatico australiano di nome Craig Wright affermò di aver scritto questo libro bianco, ma l’Alta Corte di Giustizia di Londra escluse che si trattasse del mitico Nakamoto. Fin dalla sua creazione, Bitcoin ha ricevuto accuse di essere la valuta utilizzata nel deep internet per pagamenti illegali che non lasciano traccia. E’ anche la valuta rivendicata dagli hacker nei loro attacchi informatici.
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