Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea tornano a salire con la dichiarazione del presidente eletto Donald Trump. In un messaggio pubblicato su Truth Social, Trump ha dichiarato che l'Europa deve "compensare il proprio enorme deficit" commerciale con gli USA acquistando gas e petrolio statunitense. In caso contrario, ha minacciato l'introduzione di dazi punitivi sulle importazioni europee. Una presa di posizione che scuote l’equilibrio delle relazioni transatlantiche, già messe a dura prova negli ultimi anni, e pone interrogativi sul futuro della cooperazione economica tra i due blocchi.
L'energia come leva geopolitica
Le richieste di Trump si inseriscono in un contesto di forte dipendenza energetica europea. L'Europa, impegnata a diversificare le sue fonti energetiche in seguito alla crisi del gas legata alla guerra in Ucraina, ha aumentato le importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) dagli Stati Uniti, ma non abbastanza per soddisfare le aspettative di Washington. Un portavoce della Commissione Europea ha risposto cercando di rassicurare gli animi:
«Siamo pronti a discutere con Donald Trump su come rafforzare la nostra cooperazione, anche nel settore energetico. C'è già un alto livello di complementarietà nelle relazioni commerciali tra UE e USA».
Tuttavia, aumentare gli acquisti di combustibili fossili americani non è un’operazione semplice. L'Unione Europea ha obiettivi climatici stringenti e un bilancio energetico sempre più orientato verso le rinnovabili, il che limita la possibilità di aumentare la dipendenza da fonti tradizionali come il petrolio e il gas.
Impatti sull'industria europea
Le minacce di dazi non colpiscono solo il settore energetico. Il loro effetto potrebbe estendersi a una vasta gamma di prodotti esportati dall’Unione Europea negli Stati Uniti, causando difficoltà a settori chiave come la ceramica italiana. Augusto Ciarrocchi, presidente di Confindustria Ceramica, ha espresso preoccupazione per le possibili ripercussioni sull’industria:
«Le dichiarazioni di Trump generano preoccupazione. Con minori vendite oltreoceano, le aziende straniere potrebbero dirottare la loro sovrapproduzione in Europa, mettendo a rischio la competitività del nostro settore».
L'industria ceramica italiana, leader mondiale nella qualità e nell’innovazione, esporta una quota significativa della propria produzione negli Stati Uniti. Un eventuale incremento dei dazi potrebbe non solo ridurre queste esportazioni, ma anche alterare il mercato interno europeo a causa dell’aumento della concorrenza da parte di altri paesi produttori.
Uno scenario commerciale incerto
La mossa di Trump appare strategica, puntando a consolidare la posizione degli Stati Uniti come principale fornitore energetico per l'Europa. Questa politica di pressione rischia di alienare uno dei più importanti alleati americani, spingendo l'UE a rafforzare legami energetici con altri paesi, come il Qatar o i produttori africani. Inoltre, il ritorno a politiche di protezionismo commerciale potrebbe far riemergere vecchie tensioni tra le due potenze, rendendo più complessa la gestione di questioni globali come il cambiamento climatico e la concorrenza con la Cina. L'incertezza che deriva dalle dichiarazioni di Trump non riguarda solo la geopolitica, ma anche le economie nazionali. Mentre l’Unione Europea cerca di navigare queste acque agitate, le imprese europee osservano con attenzione, consapevoli che ogni mossa potrebbe ridefinire le regole del gioco commerciale globale.