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Corsa al Colle: troppi elettori "fuori controllo". Serve un nome super partes

Altra notte e alba di passione. E senza intesa autentica i consensi di Mattarella lieviteranno ancora. Inviando un segnale deflagrante.

Non porterà a nulla insistere su un uomo di parte. Non ci sono i numeri. E Salvini dovrà farsene una ragione. Ha provato a forzare con Casellati, la tentazione torna con Frattini e in subordine con Massolo (che fra i tre è il meno divisivo).

Ha rischiato di far impallinare la seconda carica dello Stato, rischia di bruciare il presidente del Consiglio di Stato. Il Pd su Frattini si è già espresso nei giorni scorsi e ieri ha ribadito che giudica la proposta alla stregua di una «provocazione».

Meglio sedersi attorno a un tavolo e individuare una quinta percorribile, compresa la possibilità di chiedere a Sergio Mattarella di accettare un secondo mandato a tempo. Una soluzione non condivisa avrebbe, tra gli altri effetti, quella di portare a una crisi di governo al buio. E sarà impossibile rimettere insieme i cocci.

Sgarbi avvisa: «È Mattarella il nome più gradito dal Parlamento». E Mastella gli fa eco: «Inutile girarci intorno, la maggioranza che sostiene il governo Draghi di fatto è implosa. Non esiste più».

Intere e numerose pattuglie di parlamentari sono fuori controllo. Nel M5Stelle (232 Grandi elettori) vi è in corso uno scontro, neppure sotterraneo, tra Conte e Di Maio. Uno sbocco che non salvaguardi la legislatura si presterebbe a un “vietnam” di franchi tiratori allorquando dovesse essere ufficializzato il nome da votare.

E fuori da ogni controllo sono schiere di parlamentari che albergano nel Gruppo misto, un centinaio circa. Così come evidente è il ruolo di guastatori che hanno lasciato il M5Stelle per dar vita ad “Alternativa c’è”.

Tutto questo al netto dei maldipancia e delle divisioni che pervadono partiti apparentemente più coesi o più felpati nel far trapelare insoddisfazioni. Il Pd è tutto fuorché granitico. Letta lavora da sempre per Draghi al Colle, sperando che Mattarella possa tornare sulle proprie decisioni per mantenere lo status quo.

Non è granitica la Lega con l’ala che fa riferimento a Giorgetti poco incline a confrontarsi con Fratelli d’Italia e propensa a sostenere l’attuale premier. E al di là delle rispettose dichiarazioni formulate all’indirizzo di Berlusconi, fratture sono riscontrabili anche in Forza Italia.

In questo quadro è necessario scovare un candidato autenticamente super partes e che goda del “gradimento” di Draghi, che altrimenti lascerebbe Palazzo Chigi.

Altra notte e alba di passione. E senza intesa autentica i consensi di Mattarella lieviteranno ancora. Inviando un segnale deflagrante.

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