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Barcone si rovescia al largo della Libia, almeno due migranti morti nel naufragio

Foto archivio

Nuova tragedia del Mediterraneo al largo della Libia, dove un barcone con oltre 95 migranti si è capovolto. Almeno due sono morti e i loro corpi sono stati recuperati dall’acqua. Settantatre, tra cui donne e nove bambini, sono stati soccorsi e riportati a terra dalla guardia costiera libica. Venti persone restano ancora disperse e la conta delle vittime potrebbe dunque allungarsi ulteriormente, mentre continuano le ricerche di possibili altri sopravvissuti.

Il naufragio, avvenuto al largo della città di Gasr Garabulli, arriva a neppure un mese di distanza da quello del 10 maggio, in cui persero la vita 70 migranti. Sempre uguale la dinamica: l’imbarcazione sulla quale erano ammassati si era rovesciata, affondando a 40 miglia dalla città tunisina di Sfax.

Nuovi nomi che vanno ad aggiungersi all’elenco delle vittime del mare: dall’inizio dell’anno, secondo gli ultimi dati dell’Oim, l’agenzia delle Nazioni Unite per le migrazioni, sono stati 519 i morti annegati. Un numero più basso rispetto ai 662 dell’anno scorso e dei quali oltre la metà hanno perso la vita tra le coste dell’Italia e di Malta. Solo 1.561 persone sono riuscite ad approdare sulle coste siciliane.

Gli arrivi di migranti in Europa via mare sono diminuiti di un terzo: 21.300 dall’inizio del 2019, a fronte dei 32.070 registrati nello stesso periodo dello scorso anno. La maggior parte, l’85%, arriva sulle coste greche e spagnole, il resto in Italia, Malta e Cipro. Con la buona stagione, non è escluso tuttavia che altri barconi possano partire dalla Libia: nel Paese è salito a 90.500 il numero degli sfollati dall’inizio degli scontri a Tripoli e dintorni, secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari.

Intanto resta sospesa la sorte dei 75 migranti salvati venerdì mattina e da allora alla fonda sul rimorchiatore
Maridive 601 al largo della città tunisina di Zarzis, in attesa dell’autorizzazione ad entrare in porto e a sbarcare le persone recuperate. A bordo, secondo l’ong Forum tunisino per i diritti economici e sociali, la situazione sanitaria è critica per almeno tre persone e a breve scarseggeranno acqua e viveri.

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