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Digital tax, Trump attacca Macron e minaccia: "Azione stupida, risponderemo"

Donald Trump e Emmanuel Macron

«La Francia ha imposto una digital tax sulle grandi aziende tecnologiche americane. Annunceremo a breve una sostanziale azione reciproca contro la stupidità di Macron. L’ho sempre detto che i vini americani sono meglio dei francesi». È la minaccia lanciata a Parigi da Donald Trump.

La Francia ha approvato in via definita la digital tax lo scorso 11 luglio. L’imposta dovrebbe applicarsi a una trentina di colossi del web, fra i quali Apple, Google, Amazon e Facebook. Gli Stati Uniti si sono detti contrari fin da subito all’iniziativa minacciando ritorsioni. Il consigliere economico della Casa Bianca, Larry Kudlow, ha definito la tassa nelle ultime ore un «grosso errore».

«Gli Usa sono estremamente delusi dalla decisione della Francia di adottare una tassa sui servizi digitali a spese delle aziende e dei consumatori americani», afferma la Casa Bianca, sottolineando che è già stata lanciata un’indagine sulla digital tax francese in base alla 'sezione 301' della legge sul commercio americana.

La Section 301 autorizza il presidente statunitense a prendere le misure necessarie per ottenere la rimozione da parte
di un governo straniero di politiche che danneggiano o limitano gli scambi commerciali americani. «Valutiamo anche altri strumenti», aggiunge la Casa Bianca.

Il ministro francese dell'Economia, Bruno Le Maire, ha ribadito che la Francia «attuerà le sue decisioni nazionali» sulla tassazione delle multinazionali del web come Google o Amazon. «La tassazione universale delle attività digitali è una sfida che ci riguarda tutti. Vogliamo raggiungere un accordo su questo tema nel quadro del G7 e dell’Ocse», ha ricordato Bruno Le Maire, aggiungendo che «nel frattempo, la Francia attuerà le sue decisioni nazionali».

Un riferimento, in particolare, alla cosiddetta 'Taxe Gafa', la tassa unilaterale sui colossi del web adottata di recente dal Parlamento di Parigi e che fa infuriare l’attuale amministrazione Usa, mentre simili iniziative per una tassazione
potrebbero essere adottate in altri Paesi europei come la Gran Bretagna e forse la Spagna.

Dieci giorni fa, proprio di questo tema, si era occupato il G7 dei ministri delle Finanze riunito a Chantilly, a nord di Parigi, al termine del quale Le Maire aveva espresso soddisfazione per il raggiungimento di un accordo, almeno «di principio», per tassare le multinazionali della web tax. Più freddo l’omologo Usa, Steven Mnuchin, aveva dichiarato che sulla web tax sono stati realizzati «progressi notevoli, ma resta ancora del lavoro da fare».

L’emissario di Trump aveva comunque evocato un «passo importante nella giusta direzione». Di vera e propria «svolta» aveva parlato l’omologo tedesco, Olaf Scholz, dicendosi sicuro che il «nostro obiettivo verrà raggiunto», con un accordo in sede Ocse sulla entro il 2020. Ma il tweet pubblicato oggi da Trump rischia di rallentare ulteriormente un già difficile negoziato.

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