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India, 150 mila abusi sui bambini in 7 anni: via ai processi

India police

Oltre 150 mila: è l'impressionante bilancio delle denunce di abusi e violenze sessuali sui bambini in India raccolte dai commissariati di tutto il Paese negli ultimi sette anni, a cui la Corte Suprema ha deciso finalmente di dare seguito istituendo appositi tribunali speciali previsti da una legge del 2012 finora rimasta inattuata.

Ed è stata proprio la Corte suprema indiana a diffondere il dato dopo avere commissionato un’indagine per verificare l'attuazione del Pocso, la legge nazionale approvata nel 2012 che si proponeva di difendere i bambini dagli abusi sessuali e di istituire almeno mille tribunali minorili in tutto il Paese che avrebbero dovuto dedicarsi in via prioritaria all’esame di questi casi e alla condanna dei colpevoli. Prendendo spunto dalla montagna di denunce rimaste lettera morta da allora, la Corte Suprema ha ordinato ieri al governo federale indiano di istituire entro due mesi, in ogni distretto del Paese, un tribunale minorile speciale, con magistrati «children friendly», che dovranno esaminare le denunce adottando procedure d’urgenza.

Ancora più rapidamente dovrebbe agire il governo, finanziando l'apertura immediata delle nuove sezioni minorili in tutti i distretti in cui siano in attesa di esame più di cento denunce; e ha suggerito di intervenire costruttivamente negli Stati che vantano i record più agghiaccianti, come l’Uttar Pradesh, con oltre 44 mila violenze denunciate, o il Maharastra, con 19 mila.

In un Paese come l’India dove, secondo alcune allarmanti statistiche, ogni quarto d’ora una piccola vittima subisce violenza sessuale, non si tratta soltanto di passare dalle denunce ai processi in tribunale, ma si tratta di garantire la condanne dei colpevoli. A tutt'oggi, infatti, solo il 28 per cento degli accusati viene condannato.
In risposta a questa drammatica situazione, qualche settimana fa il governo federale, su proposta di Smriti Irani, ministro per le donne e l’infanzia, ha approvato l’inasprimento delle pene, prevedendo la condanna capitale per chi molesti sessualmente un minore.

Ma la pena di morte ha suscitato critiche e dubbi nelle associazioni in prima linea per la protezione dei bambini: Enakshy Gaungali, del Centro per i diritti dei bambini, ha sostenuto che questa scelta del governo rischia di trasformarsi in un boomerang per le piccole vittime.

"Agenti di polizia e magistrati prevedono che, se in passato, dopo lo stupro, i violentatori abbandonavano le loro vittime, d’ora in poi le uccideranno», ha detto. «Inoltre, è noto che, prima di condannare qualcuno alla pena di morte i giudici fanno di tutto per cercare attenuanti: più è dura la pena, meno numerose le condanne».

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