Venerdì 22 Novembre 2024

Crisi, Trump appoggia Conte: "Spero resti premier". Ma sbaglia il nome

Donald Trump

«Comincia a mettersi bene per l'altamente rispettato primo ministro della Repubblica italiana, Giuseppi Conte. Ha rappresentato l’Italia in modo energico al G7. Ama molto il suo Paese e lavora bene con gli Usa. Un uomo molto talentuoso, che spero resti primo ministro!": con questo audace endorsement via Twitter, Donald Trump entra nelle frenetiche consultazioni tra il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico per formare un nuovo governo. Certo, scivola sul nome del premier, che in passato aveva già chiamato Giuseppi, correggendolo poi come aveva fatto pochi giorni fa citando un account parodistico del capo dell’Eliseo EmanuelMacrone. Ma l'effetto è sicuro: un chiaro disco verde della Casa Bianca ad un nuovo esecutivo guidato da Conte. Il presidente del Consiglio, da quanto si apprende, ha apprezzato il tweet e a renderlo particolarmente «orgoglioso» è stato il riconoscimento di aver agito sempre con la massima determinazione nel difendere l’interesse nazionale, pur essendo leale nei confronti di tutti i partner. Riconoscimento ribadito pubblicamente solo qualche giorno fa anche dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. Al tweet di Trump si è aggiunto anche quello di Bill Gates, che dopo il G7 ha ringraziato la «grande leadership» di Italia (nominando Conte), Germania e Commissione Ue per il loro impegno a favore del GlobalFund, che consentirà di lottare contro Aids, tubercolosi e malaria (Roma ha annunciato l’aumento del contributo a 161 milioni di euro per il prossimo triennio). Fra il tycoon e l’avvocato la chimica era scattata sin dal primo incontro al G7 canadese nel giugno 2018, dove il capo del governo italiano aveva tra l’altro condiviso la proposta di Trump di riammettere la Russia tra i Grandi. Proposta rilanciata dallo stesso presidente Usa al G7 francese. «Il nuovo premier italiano è fantastico... è molto fermo sull'immigrazione, come me tra l’altro», si era lasciato andare Trump. I due si erano rivisti il mese dopo al vertice Nato, rafforzando la loro amicizia, suggellata a fine luglio da un incontro alla Casa Bianca tra quelli che il tycoon aveva definito «due outsider della politica», entrambi simboli del cambiamento. Un faccia a faccia che aveva inaugurato una serie di visite ministeriali, culminate quest’anno con lo sbarco a Washington dei due vice di Conte: in marzo Luigi Di Maio e in giugno Matteo Salvini, il 'Trump italianò, il leader ideologicamente più vicino al presidente americano, che però ha riservato solo a Boris Johnson il privilegio di chiamarlo il Trump britannico. Su Salvini del resto l’amministrazione Usa mantiene delle riserve per le sue ambiguità su Mosca, esplose con la vicenda dei presunti fondi russi alla Lega. Trump guarderebbe quindi a Conte come stimata e amichevole figura di garanzia. Il suo endorsement non è senza precedenti. A un mese e mezzo dal referendum costituzionale del 2016 voluto dall’allora premier Matteo Renzi, Barack Obama aveva già votato sì, convinto che quelle riforme avrebbero «aiutato l’Italia» e auspicando che Renzi restasse al timone anche se avesse vinto il no: «Io tifo per lui, per le sue riforme coraggiose e secondo me deve restare in politica comunque vada», disse nella conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca, dopo una trionfale visita di stato del premier. Nessun presidente americano si era mai sbilanciato così con un capo di governo italiano. Ora Trump si è preso il primato con un endorsement nel pieno delle trattative per un nuovo esecutivo.

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