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Conti pubblici, la Francia sfora ancora: deficit superiore al 2% nel 2020

Emmanuel Macron

Come un’eterna promessa costantemente rinviata all’anno successivo: anche nel 2020, la Francia non riuscirà a mantenere gli impegni in materia di conti pubblici, con un deficit superiore a quel sospirato 2% inizialmente previsto dal presidente Emmanuel Macron.

Ad annunciarlo, a pochi giorni dall’apertura del dibattito sulla manovra finanziaria, il 25 settembre, è stato il ministro dei Conti Pubblici, Gérald Darmanin. In particolare, ha dichiarato il responsabile governativo ai microfoni di Radio Classique, il deficit d’Oltralpe dovrebbe situarsi «intorno al 2,1%-2,2%» nel 2020: un livello notevolmente inferiore rispetto al 3,1% atteso per il 2019, ma comunque superiore a quel 2% su cui scommetteva l'esecutivo.

Lo scorso anno, la Francia era finalmente riuscita a riportare i conti sulla "retta via" dopo circa dieci anni di procedura per deficit eccessivo da parte di Bruxelles. A gonfiare il deficit, questa volta, sarebbero, tra l’altro, i 17 miliardi di euro in misure aggiuntive annunciate lo scorso inverno da Macron per placare la crisi dei gilet gialli. «Riduciamo il deficit, forse lo facciamo meno rapidamente del previsto», ma avremo comunque «guadagnato oltre un punto» dal 2016, quando era a quota 3,4%, si difende Darmanin, proprio nel giorno in cui Paolo Gentiloni viene designato commissario Ue agli Affari economici e monetari al posto del francese Pierre Moscovici.

Il ministro ha confermato, tra l’altro, che il Pil dovrebbe salire quest’anno all’1,4%, secondo le attuali previsioni del governo. Leggermente meno ottimisti Banca di Francia, Fmi, Ocse e Commissione Ue che prevedono invece una crescita all’1,3%. In ogni caso, per il ministro, «la Francia rimane tra i Paesi d’Europa con la crescita più forte».

«Le finanze pubbliche francesi sono le peggio gestite di tutta la zona euro», deplorava ieri le Figaro, in un editoriale firmato da Jean-Pierre Robin, secondo cui «il paragone» con gli altri membri dell’Eurozona «è disperante», anche se Parigi, aggiunge il giornalista, gode di un «trattamento di favore» da parte dei mercati: nonostante i conti pubblici «più malmessi» tra i Paesi del Sud Europa, viene comunque «inserita tra quei Paesi del Nord che da qualche settimana godono di tassi negativi sui titoli decennali». Quanto al debito pubblico, sfiora secondo il Fmi il 100% (99,2%), più o meno a metà strada tra quello italiano (133,4%) e quello tedesco (56,9%).

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