E' guerra aperta fra i duchi di Sussex e i tabloid britannici. Il principe Harry ha annunciato stasera un'azione legale a tutto campo contro il Sun di Rupert Murdoch e il Daily Mirror, denunciando l'hackeraggio del suo telefono e l'intercettazione di illegale di messaggi audio, dopo il j'accuse lanciato giorni fa nei confronti del domenicale del Mail querelato per la pubblicazione non autorizzata di una lettera privata inviata a suo tempo dalla sua consorte Meghan Markle al padre Thomas.
La formalizzazione della causa è stata confermata direttamente da Buckingham Palace e depositata in effetti già il 27 settembre di fronte all'Alta Corte di Londra dagli avvocati del secondogenito di Carlo e Diana. News Group - consociata britannica del gruppo Murdoch, investita oltre 10 anni fa dallo scandalo sulle intercettazioni di numerose figure pubbliche sfociata in una serie di condanne e nella chiusura nel 2011 della testata super scandalistica News of the World - ha fatto sapere dal canto suo di averne ricevuto comunicazione. I dettagli delle accuse restano per ora riservati.
Si sa però che il duca si è affidato allo studio legale Clintons, specializzato in casi di 'phone-hacking' e noto per aver ottenuto risarcimenti milionari per conto di vari clienti. Non è escluso che le contestazioni risalgano al passato, e siano la conseguenza di transazioni extra giudiziali non andate in porto, tenuto conto che già nei primi anni 2000 erano emersi sospetti sul coinvolgimento di Harry e del fratello maggiore William fra le vittime vip delle centrali d'ascolto telefonico dei tabloid.
L'ufficializzazione della nuova iniziativa giudiziaria significa che adesso i duchi di Sussex sono in causa con gli editori di metà dei giornali del Regno, sottolinea il Guardian online. E che solo i proprietari di Daily Telegraph, Financial Times, oltre che dello stesso Guardian, sono risparmiati.
Il tutto sullo sfondo dell'attacco a viso aperto lanciato la settimana scorsa per iscritto da Harry - a margine di una visita ufficiale di famiglia in Sudafrica con la consorte e con il piccolo Archie - contro la campagna mediatica ostile, venata di pregiudizio se non di razzismo, che nelle sue parole si è scatenata in questi mesi in particolare contro Meghan Markle: campagna che rischierebbe di trasformare l'ex attrice afroamericana in un bersaglio e, chissà, in una vittima del clamore mediatico come capitò a lady D.
Nella sua denuncia sul caso Meghan, Harry - indignato anche per essere finito a sua volta nel mirino di gruppuscoli neonazisti col marchio di "traditore della razza bianca" - ha imputato al Mail on Sunday d'aver pubblicato una missiva scritta dalla duchessa a suo padre Thomas Markle, col quale legami sono logorati da tempo: testo che la redazione avrebbe tagliato ad arte con lo scopo mettere in cattiva luce l'autrice. Ma al di là dell'episodio specifico ha puntato l'indice in generale sulla selettiva "propaganda senza sosta" di certa stampa contro la donna che egli ha sposato nel maggio 2018, a colpi di "bugie" e "bullismo". "Ho perso mia madre per questo e ora vedo mia moglie vittima delle stesse forze potenti", ha scritto il principe nell'occasione, assicurando di credere "nel diritto dei media di riportare notizie vere con oggettività" come a un "pilastro della democrazia", ma di non poter accettare una crociata sensazionalistica "spietata" che non si cura "delle conseguenze sugli individui". L'annuncio d'una battaglia legale a vasto raggio la cui intenzione dichiarata è ora quella di far pagare ai presunti colpevoli indennizzi pesanti da devolvere in beneficenza. Anche a costo di rompere gli equilibri del delicato rapporto d'odio-amore fra casa Windsor e una stampa popolare tanto spregiudicata quanto cara ai sudditi d'oltreManica.
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