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Usa, dalla Louisiana schiaffo a Trump: Edwards batte il repubblicano Rispone

Lo stato della Louisiana resta in mani democratiche: John Edwards batte il repubblicano Eddie Rispone e si assicura il secondo mandato da governatore. Una vittoria di misura che rappresenta però uno schiaffo pesante per Donald Trump, sconfitto alle urne per la seconda volta in un mese in uno stato a prevalenza repubblicana. Una sconfitta resa  ancora più cocente dal fatto che il ballottaggio della Louisiana era considerato un test sull'impeachment.  Un esame che il presidente americano non ha passato e che ora preoccupa e agita sempre più il partito repubblicano in vista delle elezioni del 2020. L’ultima tornata elettorale ha messo in evidenza le difficoltà di Trump, che sembra aver perso il suo 'tocco magico'. Delle tre corse per scegliere il governatore in tre stati del profondo sud americano a maggioranza conservatrice, i repubblicani hanno vinto solo in Mississippi, perdendo invece in Kentucky e in Louisiana.

Un trend negativo che si accompagna a un’indagine sull'impeachment che non dà tregua a Trump. Il presidente «se vuole può raccontare la sua verità alla Commissione di Intelligence», è il messaggio che gli lancia la speaker dem della Camera, Nancy Pelosi, impegnandosi allo stesso tempo a fare da scudo alla talpa che rivelò della telefonata del 25 luglio fra Trump e il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky. Una conversazione, quest’ultima, «inusuale e inappropriata», denuncia l’assistente per la politica estera del vice presidente, Jennifer Williams. Il funzionario del Consiglio della Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, Tim Morrison, ha rincarato la dose contro Trump: nella sua deposizione alla Camera ha riferito che l’Ucraina era stata informata agli inizi di settembre della sospensione degli aiuti militari americani fino all’avvio da parte di Kiev di un’indagine sulla società che aveva assunto il figlio dell’ex vice presidente Joe Biden, Hunter.

Morrison ha raccontato inoltre il tentativo senza successo di John Bolton, l’ex consigliere alla sicurezza nazionale di presidente, di
convincere Trump a scongelare gli aiuti a Kiev. Dettagli che sembrano in grado di complicare la difesa di Trump, anche se il suo legale, Rudolph Giuliani, parla di un 'processo farsà con tre testimoni non in grado di offrire neanche una prova su presunti reati. L’ostentazione di sicurezza di Giuliani non calma la Casa Bianca, dove la tensione resta alta al termine di una settimana nera. Gli aspiranti democratici al 2020 seguono gli sviluppi, più impegnati però nella loro 'battaglià interna, che vede l'avanzata di Pete Buttigieg in Iowa, saldamente in testa nei sondaggi con il 25%. Il tutto in attesa di una possibile candidatura di Michael Bloomberg, che scalda i motori per una sua discesa in campo.

Chiedendo scusa pubblicamente per la controversa politica dello 'stop-and-frisk' che, quando era sindaco di New York, dava ai poliziotti ampi margini di discrezionalità per fermare e perquisire una persona. Ad agitare i candidati c'è anche Barack Obama che, con i suoi 'consiglì, si attira le antipatie soprattutto dei rivoluzionari Elizabeth Warren e Bernie Sanders. Per ora, proprio le  spaccature all’interno dei democratici sono l’unica buona notizia per Trump.

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