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Coronavirus nel mondo: in Francia coprifuoco notturno, Spagna e Usa tra i più colpiti

Continuano i contagi di coronavirus nel mondo. Negli Usa i casi positivi di coronavirus hanno superato quota 32 mila, con almeno 400 morti. Lo si legge nel sito della Johns Hopkins. Otto gli Stati che hanno ordinato lo 'stay home', per un totale di 100 milioni di abitanti, quasi un americano su tre.

In Ecuador il numero dei morti per coronavirus è raddoppiato nelle ultime 24 ore, raggiungendo i 14 decessi. Si tratta del peggior incremento in un giorno per il Paese. I contagiati sono 789 dai precedenti 532. L’Ecuador è il secondo Paese latinoamericano per numero di morti, dopo il Brasile (18).

Anche Angela Merkel è costretta alla quarantena: pochi minuti dopo aver ribadito ai tedeschi che per vincere la guerra contro il coronavirus sono necessari «rinunce e sacrifici», la cancelliera della Germania ha dovuto annunciare, per bocca del suo portavoce Steffen Seibert, che lei stessa per precauzione deve rimanere a casa per due settimane. La notizia che era risultato positivo al Covid-19 il medico che venerdì scorso l’ha vaccinata contro i pneumococchi l’ha avuta subito dopo la conferenza stampa in cui annunciava le nuove misure restrittive varate d’intesa con i Laender. La cancelliera, così Seibert, si sottoporrà nei prossimi giorni ripetutamente ai test del Covid-19, «perchè un’analisi adesso ancora non sarebbe significativa», e ovviamente continuerà regolarmente a lavorare anche da casa.

Sono scattati stasera in Francia i primi provvedimenti di coprifuoco notturno, decretati dai prefetti delle Alpi Marittime - nel sud - e di Mulhouse, focolaio nell’estremo est del Paese. Il Prefetto delle Alpi Marittime ha decretato il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino in tutti i comuni del litorale e in tutti i centri di oltre 10.000 abitanti fino al 31 marzo. Tutti i negozi sono obbligati a chiudere entro le 21:30, pena un’ammenda di almeno 135 euro. Possibili soltanto gli spostamenti per motivi di lavoro con attestato professionale, per motivi familiari inderogabili, assistenza a disabili o bambini, o missioni di interesse pubblico. Il principale centro coinvolto dai provvedimenti è Nizza ma analoghe disposizioni sono state adottate nel Principato di Monaco. Un coprifuoco notturno è stato decretato anche a Mulhouse, il centro più colpito dal Coronavirus in Francia, a causa di un raduno di circa 2.000 seguaci di una chiesa evangelica che si sono riuniti nella città l’ultima settimana di febbraio, tornando poi nelle proprie città di residenza e diffondendo il contagio.

In Spagna il numero dei casi di coronavirus è salito a 29.909 e il numero delle vittime a 1.813. Lo riferisce El Pais. «Il peggio deve ancora arrivare». Il presidente del governo spagnolo lo ha ribadito per ben due volte in poco più di 12 ore al Paese, tra i più colpiti nella pandemia da coronavirus, in Europa secondo solo all’Italia, e che si appresta a prorogare di altri 15 giorni lo stato di allarme e la conseguente serrata, fino al l’11 aprile. Il provvedimento dovrà essere approvato dal Congresso, ma Sanchez si è detto fiducioso della cooperazione di tutte le forze politiche. La decisione del premier risponde ad una situazione drammatica che non lascia troppa scelta: all’ottavo giorno di
lockdown in Spagna si contano quasi 400 nuovi morti, un aumento del 30% in 24 ore. In serata il bilancio è di 1.756 vittime in totale e 28.603 contagiati. Le curve fanno paura, più di quelle italiane. E fra i dati raccolti nelle ultime ore spicca quello relativo a medici e personale sanitario infettati dal virus: sono circa 3.500, il 12% dei positivi totali.

L’epicentro dell’emergenza in Spagna resta la regione di Madrid, dove c'è il 60% dei contagiati di tutto il Paese: gli ospedali sono al collasso e nelle scorse ore decine di persone sono state trasferite in un centro conferenze convertito in ospedale da campo improvvisato e che può ospitare 5.000 posti letto. I primi 200 pazienti sono stati trasportati nella notte con l’aiuto di militari presso il centro congressi Ifema, la più importante struttura nel suo genere nella capitale spagnola, dove sono stati al momento allestiti 1.300 posti letto.

La Cina registra zero nuovi casi interni di coronavirus, ma altri 39 contagi importati. Nei suoi aggiornamenti, la Commissione sanitaria nazionale (Nhc) rileva nove decessi domenica, tutti a Wuhan, focolaio dell’epidemia diventata pandemia. A due mesi dalla quarantena di 60 milioni di persone, la provincia dell’Hubei e il suo capoluogo non hanno segnalato nuove infezioni in cinque giorni di fila. La Cina ha visto le infezioni salire a 81.093, di cui 5.120 ancora sotto trattamento; 3.270 i decessi e 72.703 i dimessi dagli ospedali, pari a un tasso di guarigione salito all’89,6%.

Le restrizioni nell’Hubei sono state via via allentate dopo la visita fatta il 10 marzo a Wuhan dal presidente Xi Jinping, la prima dallo scoppio della crisi. Il problema primario della Cina è diventato ora quello del blocco dell’ondata di ritorno, dei casi di Covid-19 importati dall’estero, saliti a 353. Dei 39 di domenica, 10 fanno capo a Pechino, 10 a Shanghai, sei nella provincia del Fujian e in quella del Guangdong, due nello Shandong e nel Gansu, mentre uno nello Zhejiang, nell’Henan e nella municipalità speciale di Chongqing. Diverse città hanno varato regole stringenti per arginare il fenomeno dei contagi di ritorno, tra cui quelle che vedono da oggi tutti i voli internazionali diretti a Pechino avere uno scalo in uno dei '12 punti di ingresso' designati in altre città per effettuare i controlli medici, prima dell’autorizzazione ad atterrare nella capitale e della successiva quarantena di 14 giorni. Tra gli aeroporti indicati figurano quelli di Tianjin, Shijiazhuang, Taiyuan e Shanghai. Compagnie aeree come Emirates hanno deciso di cancellare temporaneamente i voli su Pechino.

Sono scesi a 64 i nuovi casi di coronavirus registrati domenica in Corea del Sud, contro i 98 di sabato, portando il totale a 8.961: è il dato più basso da metà febbraio, ha riferito il Korea Centers for Disease Control and Prevention. Il Paese ha rafforzato le regole interne di condotta anticontagio (tra cui la distanza interpersonale) e sulla quarantena per gli arrivi dall’Europa. I decessi sono aumentati a 111. I casi confermati a Daegu e nel Gyeongsang del Nord, i due epicentri sudcoreani dell’infezione, sono saliti rispettivamente a 6.411 e a 1.256.

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