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La Spagna torna alla normalità ma il presidente Sanchez chiede prudenza

Pedro Sanchez

In Spagna l’inizio dell’estate coincide con «la nuova normalità» dopo 100 giorni di lockdown, 245 mila casi di coronavirus e 28 mila morti. Dalla mezzanotte gli spagnoli possono finalmente spostarsi al di fuori della provincia di residenza e i turisti dell’area Schengen potranno entrare nel Paese, in attesa che si riaprano completamente le frontiere il primo luglio.

Resta obbligatorio indossare la mascherina quando sia impossibile rispettare la distanza di un metro e mezzo mentre saranno ora le autorità locali delle varie regioni a stabilire le misure per garantire distanziamento e igiene e ad approntare i necessari controlli.

Il premier socialista, Pedro Sanchez, ha rivendicato di aver «evitato 450mila morti» ma ha invitato la popolazione alla prudenza: «Il virus può tornare e potremmo avere una seconda ondata di infezioni», ha avvertito in un discorso in diretta tv in cui ha esortato allo «stretto rispetto delle norme di salute e igiene», indossando la mascherina e mantenendo le distanze. Ai viaggiatori in arrivo sarà misurata la temperatura negli aeroporti e nelle stazioni e le comunità autonome hanno riacquisito la responsabilità delle misure di controllo nei luoghi pubblici.

Salvare la stagione turistica è cruciale per un Paese in cui questo settore pesa per oltre il 12 per cento del prodotto interno lordo: la riapertura delle frontiere con i Paesi Ue, salvo il Portogallo, è estesa anche ai turisti britannici che non avranno bisogno di fare quarantena. Una misura che punta a far tornare i 400mila britannici con seconde case in Spagna ma l’auspicio è che Londra faccia altrettanto abolendo la quarantena per i 250 mila spagnoli residenti nel Regno Unito.

Riaperta anche la frontiera terrestre tra Francia e Spagna: centinaia di persone hanno varcato in auto il confine fin dalle prime ore della domenica, senza doversi sottoporre ad alcun controllo. Al posto di frontiera di Perthus, tra la regione francese dell’Occitania e la Catalogna spagnola, sono transitate una ventina di auto all’ora, per la maggioranza dirette in Francia.

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