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Il Coronavirus torna ad angosciare Madrid, lockdown parziale su tutta la città

Tutta Madrid si blinda contro il coronavirus: per far fronte alla curva crescente dei contagi il governo spagnolo estenderà il lockdown parziale all’intera capitale. Finora solo alcuni quartieri erano stati sottoposti alla misura, che prevede il divieto di allontanarsi dalla propria zona, se non per motivi di lavoro o salute, oltre alla chiusura dei parchi giochi e al limite di sei persone per le riunioni. La strategia del governo centrale - che nei giorni scorsi sul punto ha condotto un duro braccio di ferro con le autorità regionali di Madrid - si applicherà anche a tutti i comuni con più di 100.000 persone che superino i 500 casi di Covid-19 ogni 100.000 abitanti.

D’altronde il bollettino quotidiano dei contagi è sempre più allarmante: 3.897 i nuovi contagi nelle ultime 24 ore, di cui 1.586 solo nella capitale. 177 i morti. La Spagna ha anche annunciato che sforerà il tetto del debito sia quest’anno sia il prossimo, sospendendo le regole europee sul bilancio. Secondo gli ultimi dati il debito nazionale è salito a circa il 110% del Pil nel secondo trimestre, molto al di sopra del limite europeo del 60%. Intanto il virus non rallenta la sua corsa. Il capo dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus ha confermato che «un milione di persone hanno perso la vita a causa di questo nuovo virus, ma il numero reale è certamente più alto». Oltre alla Spagna, la preoccupazione monta anche nel resto del Vecchio Continente. In Francia si evoca con sempre maggiore insistenza sui media l'eventualità di un nuovo lockdown, con Parigi, Lione e Lille vicinissime alla soglia di allerta massima per la diffusione del virus e con i reparti di rianimazione sempre più congestionati.

Per il momento il premier Jean Castex chiederà ai sindaci di adottare misure supplementari per cercare di tamponare l'impennata dei contagi. Nel vicino Belgio i morti per Covid-19 hanno superato i 10.000 e secondo i calcoli della Johns Hopkins University il Paese, con soli 11,5 milioni di abitanti, è il terzo al mondo per tasso di mortalità. Nel centro Europa, Repubblica Ceca e Slovacchia hanno dichiarato lo stato di emergenza. E anche il Regno Unito ha rinnovato i poteri speciali attribuiti al governo.

Boris Johnson difende la stretta delle ultime settimane e appare ormai definitivamente convertito tra le schiere dei prudenti, dopo un esordio a inizio pandemia di segno opposto: "Sono profondamente in disaccordo», dice ora, con chi suggerisce di lasciare che «il virus faccia il suo corso». Pure in Germania, dove i numeri dei contagi restano poco sotto i 2.000 casi quotidiani, Angela Merkel ha rivolto un appello ai cittadini, chiedendo di rispettare le regole anti Covid: altrimenti, ha ammonito, «mettiamo a rischio tutto quello che abbiamo raggiunto nei mesi scorsi». Oltre alle conseguenze sanitarie della seconda ondata del Covid-19, l’economia mondiale deve poi fare i conti con gli strascichi del primo tsunami, che dietro di sé ha lasciato una distesa di macerie: eloquente il dato dell’economia Usa, affondata nel secondo trimestre con una contrazione del Pil pari al 31,4%.

Restrizioni e riprese a singhiozzo, insieme al calo del turismo, hanno fatto pagare il loro prezzo da ultimi a molti dipendenti dei parchi a tema della Disney. Il colosso del divertimento ha fatto sapere di aver licenziato 28 mila persone negli Usa per colpa della pandemia. Il 67% di loro sono lavoratori part-time. In questo scenario ogni settore si trova costretto a fare il proprio bilancio della tragedia economica, che si sovrappone a quella medica, e ora c'è chi stima una perdita fino a 46 milioni di posti di lavoro nel mondo per la grave flessione del traffico aereo. Un quadro tracciato dagli esperti dell’Air Transport Action Group, con base a Ginevra. A rischio ci sono in primis gli impieghi del settore: compagnie aeree costrette a tenere a terra la flotta, aeroporti, produttori di componenti. Ma poi c'è anche il turismo legato ai voli, vittima di una flessione senza precedenti.

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