La seconda ondata di Covid ha colpito la Francia con una violenza inaspettata, le strategie finora applicate non sono state sufficienti e per dare un colpo mortale al coronavirus non resta che la soluzione più dura: il Paese torna in lockdown nazionale, da venerdì fino almeno al 1 dicembre. Lo ha annunciato il presidente Emmanuel Macron in un discorso alla nazione, precisando che la nuova 'chiusurà sarà diversa da quella della scorsa primavera. Le nuove misure saranno spiegate nel dettaglio domani dal premier Jean Castex in una conferenza stampa alle 18.30.
«Le scuole resteranno aperte», ha assicurato, insieme ad asili, medie e scuole superiori, tutte con protocolli sanitari rafforzati, mentre l’università passerà alla didattica a distanza; aperti anche i cimiteri e saranno ammesse visite alle case di cura, rispettando le regole. «Tutti quelli che potranno rimanere a casa, dovranno farlo», ha aggiunto il capo dell’Eliseo, esortando a lavorare in smart working; «ma resteranno aperti uffici pubblici, aziende agricole, le fabbriche e il settore delle costruzioni». Vietati invece gli assembramenti pubblici così come le riunioni private: «E' il ritorno della certificazione».
L’andamento dell’epidemia verrà valutato «ogni due settimane» per vedere se sarà possibile «allentare i vincoli». «Siamo rigorosi per due settimane. Se riusciremo a gestire meglio la situazione entro 15 giorni, potremo riaprire alcune attività», ha precisato il presidente, invitando a «coltivare la speranza di poter festeggiare in famiglia il Natale: l’obiettivo è ridurre i contagi, da 40 mila a 5 mila e ridurre i ricoverati in ospedale e terapia intensiva».
«Se non diamo colpo mortale oggi ai contagi», oltre 36 mila quelli registrati nelle ultime 24 ore, «i medici dovranno scegliere chi curare», ha spiegato Macron, ribadendo che il suo dovere è «proteggere tutti i francesi. A dispetto delle polemiche e della difficoltà delle decisioni, mi assumo tutta la responsabilità delle nuove misure». «La seconda ondata sarà più letale della prima», ha avvertito, lanciando un’esortazione: «Non cediamo alla tentazione di dividerci. Dobbiamo resistere, ciascuno al proprio posto. Avremo bisogno di una nazione unita e solidale. Solo così riusciremo a superare questa battaglia: insieme e uniti».
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